martedì 25 novembre 2008

Obama Secondo Round

Trento, 24 novembre 2008

Ora che Obama ha stravinto le elezioni, quasi tutti corrono per innalzargli un qualche inno. Curioso che un politico si veda erigere monumenti ancor prima di aver dato prova della sua saggezza politica. Giustamente, mi permetto di dissentire da questo fluire di entusiasmi. Innanzitutto perché credo sia prematuro ed ingenuo lodare la presidenza che è appena iniziata. In secondo luogo, perché la memoria talvolta gioca brutti scherzi. Era infatti il 2000, quando Bush, per una manciata di voti, superava Al Gore e veniva proclamato Presidente degli U.S.A. A costui, dagli stessi giornali che ora vanno in brodo di giuggiole a sentire nominare Obama, veniva rimproverato, su tutto, il suo consenso alla pena capitale.

Obama è infatti tendenzialmente favorevole alla pena di morte. Ovviamente, nessuno ha levato alcuna critica a tale proposito…

Ma è soltanto una delle tante notizie passate in sordina dalla stampa europea, così come la non contrarietà del neoeletto presidente al commercio libero delle armi in piena tradizione a stelle e strisce; come il suo approccio aggressivo in politica estera. Tanto aggressivo che il Washington Post (schierato, tanto per cambiare, pro – Obama) ha dovuto riconoscere che se esso fosse stato seguito in Iraq, si sarebbe andati incontro ad un massacro ben peggiore di quello causato dalla “surgery” (la tattica che, lentamente, sta dando dei risultati tangibili in tema di pacificazione) del gen. Petraeus, sostenuto da Bush.

Considero l’elezione del primo presidente nero un fatto positivo, un segno di cambiamento ed un deciso passo verso l’integrazione e la soluzione del problema del conflitto razziale, ancora incandescente fino a pochi anni fa negli U.S.A. Mi auguro solo che fra quattro anni si possa scrivere bene di questa entrante presidenza. Che non si debba constatare amaramente che solo la crisi economica abbia istillato la voglia di cambiamento nell’elettorato U.S.A.

Il giudizio sulla Presidenza Obama lo si darà dunque sui fatti. I quali, finora, non sono certo rassicuranti. Verso la minaccia atomica di Ahmadinejad, infatti, i toni utilizzati non divergono per nulla da quelli consueti di Bush. Per non parlare della dissennata iniziativa che circola negli ambienti vicini ad Obamaland, ossia quella volta a togliere qualsiasi limite alla sperimentazione sugli embrioni. Senza contare che con il paventato “Freedom of Choice Act” si introdurrebbe la liberalizzazione completa dell’aborto, anche in forme abominevoli, tipo l’aborto parziale. Insomma, non c’è che dire, una vera soluzione da macellai.

Se il buon giorno si vede dal mattino, c’è da preoccuparsi seriamente.



Cons. Pino Morandini

venerdì 21 novembre 2008

Tutti Pazzi per Obama? Sicuri Sicuri?!?!

Trento, 14 novembre 2008

Barack Obama è un uomo fortunato: ha una bella famiglia, un carisma evidente, ed un pregevole eloquio. Alcuni, mentre predicava dal palcoscenico, dicono di averlo visto tremolare in una luce irreale, avvolto da un intenso profumo di rose. Senza contare che è un uomo sportivo, con una buona professione ed un’esperienza di vita guadagnata sulle strade delle periferie americane. Mica bazzecole. Come se non bastasse gode incondizionatamente dell’appoggio e dell’ammirazione innamorata di tutta la stampa mondiale che conta.

Manca dunque la canonizzazione, poi il quadro sarà completo: Barack Obama potrà librarsi nel cielo di Washington su ali d’angelo, con il beneplacito di tutti gli osservatori europei. I quali, spesso, delle vicende politiche d’oltreoceano, non c’indovinano molto. Ma, coerentemente, ora che il pupillo ha stravinto le elezioni, non perdono occasioni per innalzargli un qualche inno. E dunque, via, con la beatificazione completa del neo – eletto presidente, con la fiumana di lettere di lode al Cielo per il cambiamento epocale, i discorsi di Barack in prima pagina dei quotidiani, striscioni e la solita accolita di rockstar che strapazza una chitarra festeggiando la fine della tirannia. Curioso che un politico si veda erigere monumenti ancor prima di aver emanato un solo provvedimento.

Giustamente, mi permetto di dissentire dinanzi a quest’orgia di entusiasmi. Innanzitutto perché credo sia prematuro ed ingenuo lodare la presidenza che deve ancora iniziare. In secondo luogo perché la memoria talvolta gioca brutti scherzi.

Era infatti il 2000, quando Bush, per una manciata di voti, superava Al Gore e veniva proclamato Presidente degli U.S.A. A costui, dagli stessi giornali che ora vanno in brodo di giuggiole a sentire nominare Obama, veniva rimproverato, su tutto, il suo consenso alla pena capitale.

Eppure, non s’è mai letto su queste testate una semplice verità: Obama è tendenzialmente favorevole alla pena di morte. Ovviamente, nessuno ha levato alcuna critica a tale proposito…

Ma è soltanto una delle tante notizie passate in sordina dalla stampa europea, così come la non contrarietà del neoeletto presidente al commercio libero delle armi in piena tradizione a stelle e strisce, come il suo approccio aggressivo in politica estera. Tanto aggressivo che il Washington Post (schierato, tanto per cambiare, pro – Obama) ha dovuto riconoscere che se esso fosse stato seguito in Iraq, si sarebbe andati incontro ad un massacro ben peggiore di quello causato dalla “surgery” (la tattica che, lentamente, sta dando dei risultati tangibili in tema di pacificazione) del gen. Petraeus, sostenuto da Bush.

Sono conscio di incorrere nel medesimo errore contestato poc’anzi: il giudizio prima del fatto. Ma credo sia doveroso mettere in luce che, come spesso accade, il “quarto potere” faccia credere l’incredibile a molti. Come ritengo doveroso riconoscere che, a parere mio, l’elezione del primo presidente nero è un fatto altamente positivo. E’un segno di cambiamento ed un deciso passo verso l’integrazione e la soluzione del problema razziale, ancora incandescente pochi anni fa negli U.S.A.

Mi auguro solo che fra quattro anni si possa scrivere bene di questa entrante presidenza. Che non si debba constatare amaramente che solo la crisi economica abbia istillato la voglia di cambiamento nell’elettorato U.S.A.

Il giudizio sulla Presidenza Obama lo si darà dunque sui fatti.

I quali, finora, non sono certo rassicuranti. Verso la minaccia atomica di Ahmadinejad, infatti, i toni utilizzati non divergono per nulla da quelli consueti di Bush. Per non parlare della dissennata iniziativa che circola negli ambienti vicini ad Obamaland, ossia quella volta a togliere qualsiasi limite alla sperimentazione sugli embrioni. Senza contare che con il paventato “Freedom of Choice Act” si introdurrebbe la liberalizzazione completa dell’aborto, anche in forme abominevoli, tipo l’aborto parziale. Insomma, non c’è che dire una vera soluzione da macellai. Macellai democratici, ed affascinanti, ma sempre macellai.

Se un buon giorno si vede dal mattino, c’è da preoccuparsi seriamente.



                  Cons. Pino Morandini

Ringraziamento ai mie elettori e Riflessioni sulle Urne

Trento, 13 novembre 2008

La peggiore previsione s'è avverata: Lorenzo Dellai non solo ha vinto, ha addirittura stravinto le elezioni. Un 20% di consensi in più rispetto al nostro candidato, dopo una campagna elettorale molto dura, parla da solo. Una riconferma con percentuali bulgare, per la quale non si può non congratularsi con il vincitore.

E’ però alquanto amaro constatare che il nostro programma non sia stato premiato dai trentini e che una campagna mediatica di demonizzazione ai danni della nostra coalizione abbia certamente contribuito ad aggravare a nostro danno il responso delle urne. A falsarlo pesantemente. Senza dubbio, assieme alle incredibili menzogne scatenate contro di noi, pure alcuni nostri errori hanno contribuito alla debacle. Ma di ciò si avrà modo di discutere profondamente in altre sedi…

Ciò che mi preme sottolineare in queste brevi righe è il sentimento di gratitudine che mi pervade. Gratitudine per ciascuno dei cinquemila trentini che mi hanno tributato la loro preferenza, a partire da chi si è particolarmente attivato, premiandomi come il più votato fra i consiglieri d’opposizione.

Ad essi va davvero il mio grazie di cuore. Perché essi confermano che non sono solo. Che molti credono ancora la politica non come distribuzione di denaro pubblico, magnadora o asservimento ad un'opera di mistificazione del reale. Che c'è chi condivide gli ideali che mi animano e che ha riconosciuto la forza degli stessi.

Dal canto mio, ciò rappresenta una piccola vittoria, una speranza, su cui reiniziare a lavorare, da cui ricostruire un consenso diffuso e partecipato su un'azione politica che abbia come proprio fulcro la promozione e la tutela della dignità della persona. Proprio ciò che Dellai, nonostante si voglia far credere il contrario, stenta a rappresentare. Mentre, con tutti i suoi limiti, rappresenta il nostro centro – destra, ora sconfitto.

Ancor più per questo, intendo continuare a difendere ed a propungare gli ideali che ci accomunano e che da troppo tempo sono alla mercé delle maggioranze. Conducendo un'opposizione non pregiudiziale, ma decisa, senza sconti, implacabile ogniqualvolta il contenuto dei provvedimenti della Giunta Dellai ne saranno la violazione.

Ringrazio anche tutti coloro che hanno composto le liste della coalizione, coloro che si sono adoperati per far sì che dopo dieci anni il Trentino finalmente voltasse pagina, che vincesse davvero il valore della persona. Così non è stato, ma mi sento di dire a tutti gli elettori ed agli attivisti della nostra coalizione di moderati che il loro sforzo non è stato vano. E che adempiremo il mandato da loro conferitoci.

Un grazie particolare va a Giuseppe Frattin, Marzia Lori, Daniela Fronza, per il coraggio di impegnarsi in prima persona accettando di candidarsi, per la loro passione ed i loro sforzi purtroppo non premiati dal consenso popolare.

Ci tengo a precisare pure che, nel mio modo di intendere la politica, il rapporto con gli elettori non è qualcosa che termina nell'urna per rifiorire all’inizio della campagna elettorale successiva, bensì è un dialogo continuo.

Rivolgo dunque a tutti i cittadini, specie ai miei simpatizzanti, l'invito a rimanere in costante contatto, approfittando anche dei nuovi strumenti che la tecnica ci offre. Penso ad esempio al mio blog (dauncuoreallapolitica.blogspot.com), da me concepito unicamente in quest'ottica.

Vi ringrazio di cuore, davvero. Per il sostegno, la speranza di cambiamento e la fiducia accordati a me ed alla coalizione. Vi ringrazio perché siete stati la migliore risposta possibile per certe cassandre salterine ed opportuniste che ci avevano dati come ridotti al lumicino. Invece siamo gli stessi di cinque anni fa.

Soprattutto, abbiamo un progetto ed una speranza.

                Cons. Pino Morandini

                  (PdL)

PERCHE’ VOTARE E PER CHI VOTARE?

Trento, novembre 2008

APPELLO

PERCHE’ VOTARE E PER CHI VOTARE?

Domenica prossima ci si recherà alle urne per decretare chi reggerà le sorti della Provincia nel quinquennio a venire. Come da tradizione ormai consolidata in quella sorta di “bipolarismo di fatto” che s'è affermato in Italia con la c.d. “Seconda Repubblica”, la principale scelta di campo presenta due nette alternative: il centro – destra ed il centro – sinistra.

Personalmente ritengo che la scelta migliore sia quella compiuta dal sottoscritto e da molti come lui. E non perché si tratti di una scelta aprioristica od assoluta, ci mancherebbe, bensì perché è in gioco una scelta razionale e basata su di un'attenta e ponderata valutazione del mutamento dello scenario politico.

In questo mutato scenario, infatti, venuti meno i grossi partiti identitari che tanto avevano influenzato per un secolo la storia del Paese, ci si trova in una situazione peculiare. I partiti non possono più correre da soli, la frammentazione li ha moltiplicati, ed essi hanno perso forza in quanto singoli. Per dar vita ad esecutivi durevoli, c'è bisogno delle alleanze, di alleanze durature, che vincolino tutti i partiti che le hanno sottoscritte a rispettarle. Ecco dunque che i partiti, vincolati sui punti che hanno trovato in comune (il programma), danno vita alle coalizioni. E' seguendo questa strada che sono nati PD e PdL... E qui sta la necessità di una scelta di campo: quale coalizione scegliere? Balza immediatamente all'occhio come la scelta non sia neutrale. Perché le coalizioni, ovviamente, finiranno per assorbire una fisionomia orientata al partito che più conta all'interno della stesse...

Chi vota Dellai vota, di fatto una coalizione molto sbilanciata a sinistra, dato che presumibilmente il PD ne sarà l'azionista di maggioranza. E' una sinistra di stampo “radicalchic” in cui, perse per la strada le ambizioni di tutela per la classe lavoratrice, del grigiore comunista restano soltanto la concezione strumentale dell'essere umano, il materialismo, lo statualismo assoluto.

E’ il programma che conta, che dà l'anima alla coalizione. Le idee dei singoli partiti hanno contribuito con le loro sensibilità a plasmarlo – e si vede come pure in questa fase torni alla luce l'importanza del partito preminente in un dato schieramento – ma è solo il programma che conta.

E su questo versante corre una netta differenza fra noi e Dellai. Si leggano i programmi, poi si capirà che l'alternativa è ben chiara. Se si preferisce una Provincia in cui ci siano: una reale tutela dei diritti umani e dei valori non negoziabili; un sostegno al reddito delle famiglie; una reale parità scolastica; un'effettiva tutela socio sanitaria, con particolare riguardo alle fasce più deboli della popolazione: meno abbienti, anziani, bambini; la fine dello scandaloso fiume di denaro pubblico sperperato da Dellai nell'inutilità più palese; si pensi alle consulenze...; un sostegno alla pubblica e media impresa, fulcro dell'economia locale e fonte di reddito e sostentamento per larghe fasce della popolazione; reintroduzione della pensione alle casalinghe come mezzo di riconoscimento della rilevanza sociale di tale tipologia di lavoro, nonché come modalità di sostegno economico alle famiglie monoreddito in assoluto tra le più colpite dall'Euro prima, dalla crisi poi e di redistribuzione della ricchezza; parificazione del livello di tutele dei lavoratori pubblici e di quelli privati...

...Se si preferisce tutto ciò, nel segreto dell'urna chiedo il sostegno per me e per i miei compagni di cordata. Ciò che di dannoso è stato compiuto in dieci anni dalle Giunte Dellai, in un certo senso rappresenta esso stesso il discrimine che corre pure tra i programmi dei due schieramenti, quel discrimine che le menzogne di molti vorrebbero far passare inosservato: se si predilige una politica che abbia come valore fondante e come motore propulsivo la tutela della dignità e del valore di ogni persona umana , si scelga il centro – destra.

Quanto, infine, al diritto – dovere di voto esso è strumento unico ed efficace in mano a ciascun cittadino per determinare le sorti del governo di una comunità. Non perdiamo l’occasione.

Cons. Pino Morandini

Candidato PdL

A proposito di Consulenze

Trento, 7 novembre 2008

SULLE CONSULENZE

Da mesi campeggiano sui quotidiani locali le cifre elargite dagli enti pubblici per consulenze et similia.

La spesa per consulenze è stata nel 2004 pari a 34 milioni di euro

Tra queste i 4.000 euro che la Giunta ha corrisposto al professor Domenico De Masi per una giornata di docenza ad un corso di aggiornamento per dirigenti di Palazzo Thun (il tutto per un totale di 6.800 euro tra spese di viaggio, ospitalità e buffet), ma anche i 30.000 euro pagati alla Nomisma di Prodi per lo studio “il ruolo del formaggio grana trentino tra mercato, concorrenza e nuova Dop”.

Tra i consulenti della Provincia c’è anche l’ex Ministro del lavoro Treu, che nel 2005 ricevette un incarico da quasi 18 mila euro per studiare la natura dei rapporti di lavoro con le fondazioni di ricerca.

Nel 2006 l’Unione commercio ha utilizzato un intero numero del proprio periodico per denunciare le spese della Giunta Dellai, titolando la prima pagina “Sprechi o clientelismo?”: il giornale ha pubblicato un elenco di persone fisiche (tralasciando gli studi professionali) che nei primi sei mesi del 2004 hanno ricevuto appannaggi di 150-200 mila euro.

Nel 2007, nell’ambito dell’indagine della Guardia di Finanza sugli stipendi d’oro nella sanità (nel 2006 il Direttore Generale Favaretti ha percepito 247 mila euro, mentre sono addirittura nove i direttori con stipendi che vanno dai 150 ai 180 mila euro) è stato accertato che nel 2006 è stato speso un milione di euro in incarichi affidati all’esterno.

Il Consigliere PdL Delladio ha presentato nel 2007 un’interrogazione sugli incarichi d’oro: tra quelli segnalati uno studio commissionato nel 2005 (con 73 mila euro di anticipo) al Museo Tridentino di scienze naturali con oggetto “Verso un turismo sostenibile per l’area della Marmolada”.

Il giornalista Ubaldo Cordellini ha svolto una proficua inchiesta sulle consulenze in Provincia.(cfr. Trentino del 18.10.07, pg. 13 e Trentino del 11.09.08, pg. 12), da cui è emerso che la Guardia di Finanza di Trento ha aperto un’indagine su delega della Procura della Corte dei Conti.

Nel 2006 gli incarichi affidati all’esterno erano stati 520 per una spesa di varie decine di milioni di euro, mentre nel 2007 la Provincia da sola ha affidato più di mille e cinquecento incarichi.

Tra il 2006 e il 2007 alla dottoressa Stefania De Carli sono andati 61.760 euro per “attività di ricerca a supporto del programma di attività dell’Osservatorio provinciale per il turismo”.

Uno studio sulle necessità irrigue delle colture agrarie in Trentino affidato all’Istituto agrario di San Michele e all’Università è costato 240.000 euro.

E al Dipartimento di Scienze giuridiche è stato affidato uno studio per predisporre un progetto di legge in materia di contenzioso in ambito sanitario per un costo di 56 mila euro.

Ancora nell’indagine di Cordellini si legge che per la cartografia dei fenomeni torrentizi sono stati spesi 149 mila euro, 48 mila euro invece sono serviti per uno studio su “Attività di sviluppo dell’agriturismo”; e poi sono stati elargiti 30 mila euro per la valorizzazione della trota trentina mediante l'utilizzo di specifiche sostanze naturali nell'alimentazione, 42 mila euro per uno studio di fattibilità sul vuoto a rendere, 36 mila euro al Centro di ricerche Fiat per studiare il servizio di trasporto pubblico a chiamata per la Valle del Chiese, 29 mila euro per il supporto all’Autorità di gestione nell’attuazione di azioni di sensibilizzazione sulla dimensione di genere … e l’elenco potrebbe continuare.

Su l’Adige del 6 novembre 2008 (pg. 28) si legge che la federazione provinciale delle scuole materne ha inserito nel bilancio di previsione una spesa (naturalmente finanziata da mamma Provincia) di 500 mila euro da sostenere in consulenze.

E in ultimo ricordiamo il compenso richiesto da Renzo Piano per l’ex Michelin: 20 MILIONI DI EURO (sic)!!!.

Tutto ciò nonostante gli appelli del Procuratore regionale della Corte dei Conti e del Ministro Brunetta affinché le consulenze si commissionino all'esterno solo se c'è la prova che all'interno delle amministrazioni non ci sono le competenze necessarie. E soprattutto, nonostante sia in vigore da qualche anno una legge provinciale, approvata all’unanimità, che prevede il ricorso alle consulenze se la materia è particolarmente complessa e non c’è all’interno dell’Amministrazione chi la può affrontare e se è particolarmente urgente.

Cons. Pino Morandini

(Candidato PdL)

venerdì 7 novembre 2008

Le menzogne di Dalmaso e la Verità sulla cancellazione del "Pacchetto Famiglia" e su altri Obbrobri

Trento, 28 ottobre 2008


Stupefacente a dir poco (ma nel clima elettorale sta ormai accadendo di tutto) quanto affermano alcuni candidati del PD, a partire dall’Assessore uscente alle politiche sociali Dalmaso.

Circa il livello nazionale, replicherà da par suo il sen. Giovanardi. Ma è sul livello locale, regionale e provinciale, che intendiamo porre l’attenzione, denunciando alcune bugie, comprovate dai fatti, che i nostri potenziali interlocutori, snocciolano nel loro scritto.

L’originario Pacchetto Famiglia – che fin dagli anni 90 ha trovato attuazione in Trentino – Alto Adige configurando questa Regione capofila in Italia sulle politiche familiari, come hanno sottolineato svariati studiosi in numerosi scritti, a partire dall’esperto Pierpaolo Donati – non è stato “aggiornato” ma pressoché totalmente cancellato. Risultano infatti abrogati: l’assegno di natalità e quello di cura (che insieme assegnavano per ogni figlio nato circa 12 milioni di lire); l’indennità per infortuni domestici (sempre più frequenti!) e quella per degenza ospedaliera; la pensione casalinghe (non è più possibile iscriversi!).

Quanto all’assegno al nucleo familiare, è ben vero che è previsto dal primo figlio – grazie ad un nostro intervento legislativo provinciale poi recepito in legge regionale – ma purtroppo solo per fasce di reddito molto molto basse, e quindi per pochi, e solo fino al 7° anno di età! Per il secondo e terzo figlio solamente fino al 18° anno di età, mentre nell’originario Pacchetto Famiglia esso si estendeva ben oltre i 18 anni, per giungere fino ai 26, aiutando quindi anche nel completamento degli studi universitari.

Ma c’è dell’altro. Sono ancora scandalosamente sulla carta, da 5 anni, in Provincia di Trento, le leggi che prevedono una copertura previdenziale per chi accudisce figli astenendosi totalmente dal lavoro e per chi assiste in casa persone non autosufficienti!

Questa maggioranza, di cui i nostri interlocutori fanno parte, si è poi distinta in questa legislatura, per la bocciatura, con il voto determinante della “loro” Margherita, dei seguenti disegni di legge:

    1. n. 136 (prevenzione dell’aborto) respinto il 17 maggio 2006;
    2. n. 131 (buono scuola) respinto il 26 luglio 2006;
    3. n. 50 (Promozione della Famiglia) bocciato il 5 dicembre 2007;
    4. n. 277 (Interventi contro la povertà alimentare) respinto il 2 aprile 2008;

5. mozione contro DICO e PACS respinta il 13 febbraio 2007 (dal Consiglio regionale).

Annotiamo che l’approvazione almeno di alcune di queste proposte avrebbe fatto diminuire gli aborti in provincia di Trento e quindi contribuito almeno a frenare la denatalità, oltreché aiutare concretamente parecchie famiglie, specie in formazione.

Quanto all’ICEF, sono note le nostre proposte, sinora inascoltate, per modificarlo radicalmente, e pure varie le Associazioni, a partire da quella delle famiglie numerose, hanno argomentato con dati la sua profonda ingiustizia. Si pensi, per fare un esempio, che ai fini ICEF vengono computate perfino le pensioni di guerra e che la sua applicazione in tema di edilizia abitativa, di cure dentali, ecc. si sta rivelando sommamente ingiusta (una famiglia con otto figli minori deve compartecipare alle spese!).

Per ciò che concerne l’attenzione al volontariato, essa è già legge (nostra) fin dal 1992 (n. 8), mentre l’impatto familiare è stato introdotto su specifica proposta di Forza Italia.

Quanto, infine, alle politiche per la casa, si commenta da sola la trasformazione in società per azioni (!) di I.T.E.A., da decenni organismo a carattere solidale che assicurò per anni abitazione certa ai meno abbienti, molti di essi oggi a rischio a causa di detta trasformazione.

Anche e soprattutto a partire da tutto ciò, ivi compresa l’attenzione agli anziani, si deve cambiare questo governo provinciale, in carica da ben 10 anni ed i cui risultati dannosi sono sotto gli occhi di ciascuno.

Per parte nostra parlano i fatti, che evidenziano come le politiche familiari e per le persone deboli siano sempre state il cuore della nostra politica.

Pino Morandini

Giuseppe Frattin

Marzia Lori

Daniela Fronza



Candidati nella lista del PdL

Risposta Grigolli, in replica all'attacco al Movimento per la Vita

Trento, 6 novembre 2008


RISPOSTA A GRIGOLLI


Al caro Grigolli proprio non va giù che il fondamento e limite dello stato sia la tutela dei diritti fondamentali della persona, primo fra tutti, logicamente, quello alla vita. E come ciò si arrabatti col suo pacifismo, appare sin d’ora il primo di molti misteri.

Cosa c’entrino poi razionalmente la tiritera sul pluralismo del PD veltroniano, i paragoni con la destra conservatrice USA, od una sua mitologica lettura della recente storia politica italiana, non si capisce. Infatti non c’entrano nulla, riducendo così il tutto ad un bel compendio di quelle che i teorici dell’argomentazione chiamano “fallacie”.

Del resto credo non si possano battezzare partiti o coalizioni in base a dei “preconcetti”: la scelta compiuta nell’urna è troppo importante perché possa essere demandata ad un atto meramente emozionale. Ritengo si debba invece indagare ciò che le forze politiche propongono nel loro programma, ai provvedimenti che esse hanno eventualmente già adottato oppure hanno in mente di adottare una volta premiate dal consenso popolare.

Prendo atto della sua dichiarazione d’amore nei confronti del PD, ma che utilità arrechi alle critiche che vuole svolgere, rappresenta un ulteriore interrogativo.

Il Movimento per la Vita ha affermato, se vogliamo, un’ovvietà: guardando i programmi delle coalizioni, spulciando gli atti compiuti dagli esecutivi di Dellai in dieci anni, emerge infatti chiaramente che c’è una compagine politica che ritiene inviolabile la dignità della persona, e ad essa si ispira, ossia il centro – destra. Dall'altro lato della barricata siede invece un altro polpettone di partiti il quale subordina senza grossi scrupoli tale supremo valore all’andirivieni delle maggioranze e delle opportunità contingenti.

Visto che lo stesso articolo del Grigolli segue convintamente tale tracciato, su cosa diamine volesse intendere non è dato di capire, al di là dell'attacco personale.

Come se non bastasse, insiste ritenendo la posizione del card. Bagnasco a favore di una regolamentazione sul “fine della vita”, una lancia spezzata a favore del c.d. “testamento biologico”. Ciò in sé non vuol dire nulla: affermare la necessità di regolamentare un fenomeno, significa semplicemente che questo qualcosa necessita di intervento normativo. Senza che ciò dica nulla sul contenuto di tale regolamentazione.

Personalmente, credo che il termine della vita possa anche essere regolamentato, vietando ogni forma di testamento biologico o consimili. Ma non per vessazione od altro, bensì per razionali motivi che sono noti.

Il mio interlocutore puntualizza poi che pure nel centro – destra vi sono correnti totalmente in contrasto con gli ideali del sottoscritto e del Movimento per la Vita. Addirittura, alcuni esponenti di esse hanno presentato progetti di legge in materie quali il c.d. “testamento biologico” ed il riconoscimento civile delle convivenze. Secondo lui, ciò starebbe a dimostrazione che, tra centro – destra e centro - sinistra non esisterebbe una reale differenza su tali questioni, come invece farebbe supporre il comunicato del Movimento per la Vita.

Stupisce che un politico esperto come Grigolli abbia sorvolato sui mutamenti avvenuti sulla scena politica italiana, con l’affermarsi del bipolarismo. In quest’ottica, non è sui programmi dei singoli partiti o sulle iniziative dei singoli (come quelle appena citate) che va posta l’attenzione, bensì sul programma cui le singole coalizioni si sono vincolate. E qui il palco grigolliano frana. Spulci infatti fra i programmi dei due schieramenti e poi capirà quale tutela maggiormente la dignità umana, specie a livello provinciale.

Se per Grigolli questo non è un criterio discretivo, per il sottoscritto e per molti come lui, lo è eccome. Anzi, è l’unica ragione valida per giustificare l’impegno politico. Esso non va concepito in un’ottica dominata dai partiti, in cui tanti bravi soldatini servono ossequiosi le direttive, credendovi ciecamente.

Basti pensare all’appunto che mi è stato mosso, ossia quello di aver compiuto un opportunistico salto da una parte all’altra della barricata. Certo, visto la pedissequa acquiescenza al partito nella visione di Grigolli, tutto torna.

La realtà è invece che, dopo cinque anni di opposizione motivata a Dellai, e motivata nei termini di quei valori per cui da sempre mi batto, ho dovuto subire la scelta del mio ex partito di tradire il proprio elettorato. E di tradirlo alleandosi con la terza “reincarnazione” di quel Dellai cui ci si era opposti per dieci anni. Quel medesimo Dellai, che presenta immutata la propria scorta programmatica.

E’ per questo, per la fedeltà a ciò che credo, che è l’anima che innerva il centro – destra, che ho dovuto abbandonare quel partito volato a sinistra. Caro Giorgio, stanti così le cose, chi è che ha cambiato casacca?



Pino Morandini (Candidato PdL)


giovedì 6 novembre 2008

Risposta all'Avv. Bernardi

Trento, 3 novembre 2008


Un avvocato, candidato nella lista “Amministrare il Trentino”, mi rivolge tutta una serie di buffetti e di rimproveri tacciandomi addirittura di simonia. Non manca di addolcire la pillola riconoscendomi onestà, coerenza e umiltà, ma, per il resto, vibra fendenti mica da ridere. Siamo di fronte ad un reale esemplare di sermone. Giù il cappello, dunque... Ma non per rendervi omaggio, bensì per mettersi le mani nei capelli dinanzi a queste assurdità.
Ciò che lui contesta è il fatto che, tra le varie immagini che ornano il mio volantino, ce ne sia una che mi ritrae al cospetto del Santo Padre Benedetto XVI. Il quale, evidentemente, sarebbe oggetto di un bieco tentativo di strumentalizzazione...
Per iniziare, non rispondo nemmeno all'accusa di simonia che mi è stata rivolta. Ma non lo faccio per spocchia o altro, semplicemente perché non mi par proprio di aver fatto mercimonio di carismi divini... La foto incriminata è invece posta sul mio volantino solo a suggello della frase che la correda, nella quale Sua Santità sottolinea l'importanza dell'impegno politico a favore della tutela del diritto alla vita. Dopo anni di accuse di integralismo, oscurantismo e quant’altro rivolte al sottoscritto per proposte fatte su questi temi – che hanno spesso visto la non partecipazione del suo candidato presidente alle votazioni che potevano sostenerle – quella frase rende giustizia alla sana laicità dell’argomento, che riguarda ogni uomo e tutti gli uomini, e da cui dipende la vita di molti. Ma, stranamente, su tale citazione, il nostro avvocato non ha rilievi da muovere. Eppure anch'essa è stata “rubata” a Benedetto XVI... Per il resto, degli addebiti che mi sono mossi, ossia la paura che appoggi gli estremismi ed altri obbrobri simili, il principe del foro può stare tranquillo: nella coalizione di cui faccio parte non c'è nulla di ciò che lo spaventa tanto. Anzi! Guardando il programma di coalizione (l'unico cui siamo vincolati), si coglie quanto sia tutt'altro rispetto a ciò che l’attuale Governatore della Provincia vuol far credere. E' un programma moderato, che parte dalla tutela dei valori non negoziabili che pare stiano tanto a cuore pure al mio interlocutore. Ben diverso, insomma dal programma della coalizione dello stesso attuale Presidente della Provincia.
Spiace che pure detto avvocato sia caduto nella trappola comunicativa dell'esecutivo uscente. Senza contare che la lista di cui fa parte, ossia “Amministrare il Trentino”, sottraendo la gran parte dei voti al centro – destra, di fatto favorisca Dellai. E, quindi, il suo perpetuarsi del perverso intreccio potere – denaro – sprechi – violazione dei valori fondanti. A dire il vero, qualche avvisaglia di tale favoreggiamento si era già vista allorquando il suo candidato presidente non aveva votato contro provvedimenti sostanziosi di questa Giunta, come quello del nuovo PUP, che ha invece visto compatto sul voto negativo il fronte delle minoranze.
Dal canto mio auspico solo che non ci sia, dietro tutto questo, una ricompensa post- elettorale…
Prima di concludere, mi sia consentita una battuta dal sapore “metodologico”: disponendo di profluvio tale di consigli evangelici e morali, non era forse il caso di telefonare al sottoscritto e discutere direttamente di ciò che si disapprovava, anziché strillarlo ai quattro venti? Probabilmente la campagna elettorale, con la sua asprezza, ha fatto scordare quel consiglio di un Grande Giudeo: se hai qualcosa contro il tuo fratello, chiarisciti con lui personalmente...
Cordiali saluti.
Pino Morandini
(candidato PdL)