Stupefacente a dir poco (ma nel clima elettorale sta ormai accadendo di tutto) quanto affermano alcuni candidati del PD, a partire dall’Assessore uscente alle politiche sociali Dalmaso.
Circa il livello nazionale, replicherà da par suo il sen. Giovanardi. Ma è sul livello locale, regionale e provinciale, che intendiamo porre l’attenzione, denunciando alcune bugie, comprovate dai fatti, che i nostri potenziali interlocutori, snocciolano nel loro scritto.
L’originario Pacchetto Famiglia – che fin dagli anni 90 ha trovato attuazione in Trentino – Alto Adige configurando questa Regione capofila in Italia sulle politiche familiari, come hanno sottolineato svariati studiosi in numerosi scritti, a partire dall’esperto Pierpaolo Donati – non è stato “aggiornato” ma pressoché totalmente cancellato. Risultano infatti abrogati: l’assegno di natalità e quello di cura (che insieme assegnavano per ogni figlio nato circa 12 milioni di lire); l’indennità per infortuni domestici (sempre più frequenti!) e quella per degenza ospedaliera; la pensione casalinghe (non è più possibile iscriversi!).
Quanto all’assegno al nucleo familiare, è ben vero che è previsto dal primo figlio – grazie ad un nostro intervento legislativo provinciale poi recepito in legge regionale – ma purtroppo solo per fasce di reddito molto molto basse, e quindi per pochi, e solo fino al 7° anno di età! Per il secondo e terzo figlio solamente fino al 18° anno di età, mentre nell’originario Pacchetto Famiglia esso si estendeva ben oltre i 18 anni, per giungere fino ai 26, aiutando quindi anche nel completamento degli studi universitari.
Ma c’è dell’altro. Sono ancora scandalosamente sulla carta, da 5 anni, in Provincia di Trento, le leggi che prevedono una copertura previdenziale per chi accudisce figli astenendosi totalmente dal lavoro e per chi assiste in casa persone non autosufficienti!
Questa maggioranza, di cui i nostri interlocutori fanno parte, si è poi distinta in questa legislatura, per la bocciatura, con il voto determinante della “loro” Margherita, dei seguenti disegni di legge:
- n. 136 (prevenzione dell’aborto) respinto il 17 maggio 2006;
- n. 131 (buono scuola) respinto il 26 luglio 2006;
- n. 50 (Promozione della Famiglia) bocciato il 5 dicembre 2007;
- n. 277 (Interventi contro la povertà alimentare) respinto il 2 aprile 2008;
5. mozione contro DICO e PACS respinta il 13 febbraio 2007 (dal Consiglio regionale).
Annotiamo che l’approvazione almeno di alcune di queste proposte avrebbe fatto diminuire gli aborti in provincia di Trento e quindi contribuito almeno a frenare la denatalità, oltreché aiutare concretamente parecchie famiglie, specie in formazione.
Quanto all’ICEF, sono note le nostre proposte, sinora inascoltate, per modificarlo radicalmente, e pure varie le Associazioni, a partire da quella delle famiglie numerose, hanno argomentato con dati la sua profonda ingiustizia. Si pensi, per fare un esempio, che ai fini ICEF vengono computate perfino le pensioni di guerra e che la sua applicazione in tema di edilizia abitativa, di cure dentali, ecc. si sta rivelando sommamente ingiusta (una famiglia con otto figli minori deve compartecipare alle spese!).
Per ciò che concerne l’attenzione al volontariato, essa è già legge (nostra) fin dal 1992 (n. 8), mentre l’impatto familiare è stato introdotto su specifica proposta di Forza Italia.
Quanto, infine, alle politiche per la casa, si commenta da sola la trasformazione in società per azioni (!) di I.T.E.A., da decenni organismo a carattere solidale che assicurò per anni abitazione certa ai meno abbienti, molti di essi oggi a rischio a causa di detta trasformazione.
Anche e soprattutto a partire da tutto ciò, ivi compresa l’attenzione agli anziani, si deve cambiare questo governo provinciale, in carica da ben 10 anni ed i cui risultati dannosi sono sotto gli occhi di ciascuno.
Per parte nostra parlano i fatti, che evidenziano come le politiche familiari e per le persone deboli siano sempre state il cuore della nostra politica.
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