domenica 19 ottobre 2008

Lettera agli iscritti UDC

Trento, 14 ottobre 2008

Si parlava recentemente della nostra lista, del PDL. La si tratteggiava anche con qualche malcelata frecciata. Dopodiché, del sottoscritto, si descriveva l'avventura politica, alludendo a fantomatici “salti” che io stesso avrei compiuto.

Sono costretto a confutare del tutto quest'affermazione che, onestamente, reputo offensiva. Come già ho avuto modo di osservare, il mio percorso politico è stato totalmente votato alla coerenza, come pure mi riconoscono gli avversari.

Ho pagato di persona la fedeltà al mio elettorato ed ai miei ideali. E per perseguire codesti ideali i partiti sono lo strumento: per un servizio ai cittadini ed ai valori. Servizio che non svolgo certo per profitto. Grazie al concorso pubblico di magistratura, ho il mio lavoro sicuro e perfino più remunerativo dell’attuale.

Ma non è ciò che mi importa. Credo in certi ideali: per questi ho sacrificato gran parte del mio tempo, pagando di persona la mia scelta e ad essi ho cercato di essere sempre coerente.

Ho creduto che la collocazione politica più idonea per perseguirli fosse quella situata al centro. Così militai nella Democrazia Cristiana, dopo il suo tramonto, nei Popolari.

Dopo che i popolari si scissero, optai per un partito di centro che si alleò con il centro destra, ed a livello locale il Centro - UPT. E ciò perché, nel nuovo quadro politico, con il tramonto dell'egemonia dei grandi partiti storici (DC, PCI, PSI), iniziarono ad assumere importanza vitale le alleanze elettorali. Ritenevo, e ritengo tuttora, che la collocazione migliore per difendere e propugnare i valori in cui credo sia una coalizione che, pur rappresentando sensibilità diverse, trovi una propria radice nella tradizione popolare e liberale basata sulla libertà e responsabilità individuale e sull'intangibilità della persona. Molto più rispetto al centro- sinistra, ove convivono ancora pesanti gravami della tradizione legata da un lato al materialismo dialettico, dall'altro canto al soggettivismo sfrenato, ad un'ottica più strumentale ed ideologizzata nell'osservare la persona umana. Ed i fatti lo confermano.

Per fedeltà ai miei ideali feci questa scelta, tutt'altro che indolore per un uomo di centro quale il sottoscritto.

Mi fu naturale, dunque, rimanere al centro, pure allo sfasciarsi del Centro – UPT.

E’ forse sfuggito un fatto: da quei partiti dovetti andarmene io, dovettero andarsene tutti gli iscritti...perché i partiti cessarono di esistere. Ed io, tenendo salda la mia collocazione nel centro che riteneva di collocarsi nel centro – destra, mi accasai nell'UDC.

Al tempo, partito centrista e con determinate alleanze (diverse da quelle odierne). Che, almeno a parole, conservava nella sua ragione sociale la tutela e la salvaguardia di molti valori.

Poi, allo sbocciare della sciagurata alleanza tra UDC e Dellai, me ne andai. Dovetti andarmene. Per coerenza: con me, i miei elettori e, soprattutto, i miei principi.

Ma chi fu il saltimbanco?

Il sottoscritto che, dopo anni di militanza e servizio ai propri ideali e dopo dieci anni di opposizione alle Giunte Dellai proprio perché tali ideali calpestavano, è rimasto fedele alle sue convinzioni ed al mandato conferitogli dagli elettori? Oppure piuttosto chi, (si legga: l'UDC) dopo aver sbandierato ai quattro venti dei valori, si allea il giorno dopo con chi di essi ha fatto spregio?

Una volta che un partito abbia operato contorsionismi tali da snaturarsi ed abbandonare la propria collocazione, è il partito che tradisce.

Devo peraltro far notare che l'UDC detiene un ben triste primato nella mia vita di rappresentante del popolo trentino: mentre gli altri partiti si sciolsero e lasciarono ai singoli libera scelta, pur di non doversi snaturare cedendo alle correnti che si agitavano al loro interno, l'UDC ha scelto il tradimento della propria tradizione, rinnegando se stessa.

Di colpo ha rinnegato se stessa.

Cons. Pino Morandini

Candidato nella lista del Popolo della Libertà

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