La vicenda U.D.C. rappresenta davvero il paradigma di ciò che una certa gestione ha provocato all'interno del mio ex partito.
Non solo. L’epilogo, o quasi, sembra sia l’ora del regolamento di conti. Si sa, la struttura antropologica del capro espiatorio è da sempre presente nelle vicende umane, e Renè Girard ne sa qualcosa...Uomini fra gli uomini, alcuni esponenti U.D.C. non si sottraggono alla tentazione di scaricare addosso a qualcuno la responsabilità di quanto è avvenuto.
E così, è stato accusato il segretario Paolo Dal Rì d'aver distrattamente omesso l'autentica che ha dato causa all'invalidità della presentazione della lista.
Personalmente, non ho per nulla condiviso la gestione politica di Dalrì, apparsa complice di un’oligarchia che di fatto ha dominato il partito sino a condurlo ai recenti ben noti accadimenti.
Quando quell’oligarchia ha deciso il salto della quaglia, s'è accorto pure lui che il limite della decenza era stato oltrepassato. Da un bel pezzo, a dire il vero...
Probabilmente dopo le consultazioni di ottobre egli si sarebbe dimesso da segretario. Rimane, certo, il mistero di chiedersi come mai non lo abbia fatto prima.
Ma da qui ad accusarlo di un sabotaggio, sia pure involontario, alle liste del partito, ce ne passa. Ed è un passaggio molto eloquente a proposito di certi sistemi.
Voglio comunque manifestare solidarietà, sincera e non ipocrita, a Paolo Dal Rì.
Personalmente, non credo ad una parola delle accuse che gli ha mosso chi di lui s'è servito fino a ieri. Non ci credo per nulla.
Tutto ciò non fa che avvalorare la scelta compiuta dal sottoscritto e dai suoi amici: quella di abbandonare quell'U.D.C ridotto a parodia di se stesso. Certo, non è stato indolore abbandonare il simbolo bianco - scudato a me caro da sempre.
Ma, dato che l'alternativa era vestire quel simbolo assieme a chi non fa che tradirne gli ideali, – al punto da aver fatto ingresso in una coalizione che si è spesso dimenticata dei principi che per decenni hanno incendiato gli animi dei militanti dello scudocrociato – oppure, scegliere di continuare a perseguire gli ideali in un partito dove sia concretamente possibile metterli in atto, non ho avuto esitazione.
Giacché le coalizioni non sono che strumenti per attuare un programma, e quest'ultimo è una sintesi delle anime delle stesse, è evidente come, in questo frangente, scegliere il centro – destra od il centro – sinistra non sia una scelta neutrale. E' una scelta di merito.
Ho scelto il centro – destra non per ideali astratti. Parlo infatti di tutela della vita umana in ogni condizione, della tutela della famiglia, dei lavoratori, degli anziani; dello sviluppo e delll'effettività dell'assistenza sociale, di una sanità a misura di persona sofferente... Tra un partito che ha tradito la propria storia e la possibilità concreta di continuare a lottare per questi valori, be’...non ho avuto dubbi.
E' per questo che ho scelto di candidare nel centro – destra. Convinto che l’apporto del sottoscritto e dei suoi amici e sostenitori possa giovare ad una coalizione che si propone alla guida del Trentino. Se premiato dal voto popolare, il centro – destra farà di tutto per invertire la rotta. Tutelando la vita umana, la famiglia, il lavoro, gli anziani, i malati, le casalinghe, gli ospedali periferici, le comunità esistenti nelle vallate; ...e non nel chiuso dei programmi o nei proclami. Bensì andando incontro alle reali esigenze della popolazione della nostra Provincia.
Per un Trentino più democratico.
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