Trento, 30 ottobre 2008
SULL’I.T.E.A., DELLAI E DALMASO NON DICONO TUTTA LA VERITÀ
Con parallele ed identiche dichiarazioni su “Adige” e “Trentino”, il Presidente della Giunta provinciale ed il suo Assessore alle politiche abitative rilasciano dichiarazioni sconcertanti, su cui è doveroso intervenire, tantopiù da parte di chi in Consiglio e in Commissione ha avversato la legge sull’I.T.E.A. e formulato proposte per almeno ridurre il danno che la stessa ed il suo regolamento di esecuzione arrecano.
- Se i canoni sono stati rivisti al ribasso rispetto a pochi mesi fa, il merito è delle insistenti proteste del Comitato Inquilini I.T.E.A., costituitosi tre anni orsono, e dei pochi Consiglieri provinciali di minoranza che hanno dato battaglia in Consiglio e in Commissione.
- Gli assegnatari di alloggi I.T.E.A. non hanno mai messo in discussione una razionale revisione dei canoni, bensì gli aumenti sconsiderati che la legge e il regolamento propongono.
- Essi sanno benissimo che per loro il pericolo di perdere la casa è concreto, più che un’ipotesi è una realtà. Infatti Dellai e Dalmaso non dicono che oltre 3.500 inquilini anziani, per effetto di avere qualche metro quadrato di superficie in più secondo i parametri considerati di alloggio standard, si vedranno fare la proposta di cambiare alloggio. Lo stesso non dovrà più trovarsi nella stessa costruzione, ma vagamente nelle vicinanze. Se poi decidessero di rimanere nell’alloggio in cui vivono da 20 o 30 anni dovranno pagare, oltre al canone, i metri quadrati in eccedenza, però a prezzo di mercato! Con la conseguenza che molti di loro si vedranno costretti a rinunciare al loro alloggio per l’eccessivo costo che comporta quell’eccedenza.
- Agli inquilini soggetti a trasferimento verrà cambiato il contratto d’uso di cui fino ad ora fruivano; verrà sostituito dal contratto secondo la legge 431/1988, considerata la trasformazione di I.T.E.A. in S.p.a. e quindi la disciplina privatistica dei canoni. Alla stregua di detta legge, è garantita la permanenza nell’alloggio per soli 8 anni (4 + 4 rinnovabili), decorsi i quali spetterà ad I.T.E.A.. S.p.A. decidere se far continuare o meno quella permanenza, rinnovando il contratto. In tal modo si perde il diritto d’uso per un’esigenza di riordino che ha voluto l’ITEA S.p.a. e non l’inquilino.
- L’accanimento di Dellai e C. continua contro anziani e pensionati: basti pensare che il reddito da lavoro dipendente per il calcolo del canone viene considerato al 90%, mentre il reddito da pensione è calcolato per intero al 100%.
- In questi mesi è in corso la verifica dei requisiti per la permanenza negli alloggi I.T.E.A.; all’inquilino viene rilasciato l’indicatore ICEF risultante dalla documentazione prodotta. La Giunta provinciale assicurava che unitamente ad essa sarebbe stato comunicato l’importo del canone relativo che si doveva pagare. Nulla di tutto ciò, per cui nessuno sa cosa pagherà a gennaio del prossimo anno e tutto è lasciato all’immaginazione di I.T.E.A. S.p.a.! Dov’è il rispetto per i cittadini e la tanto declamata trasparenza che l’ente pubblico sostiene di avere?
Cons. Pino Morandini
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