mercoledì 22 ottobre 2008

Risposta ad Eccheli

Trento, 20 ottobre 2008

Egregio Direttore,

mi meraviglio di come si possa arrivare ad una percezione così irreale della realtà politica tridentina, pure dopo i mutamenti che l'hanno attraversata negli ultimi anni. Dovrebbe essere chiaro ormai come nel bipolarismo di fatto vigente anche nella nostra Provincia, il programma è della coalizione, non di un partito. Ed è ben diverso da ciò che tanto spaventa Eccheli, nell’attacco che mi rivolge.

Accenno solo al fatto che il regime messo in piedi dal Governatore ha allontanato anche molti elettori di sinistra. La coscienza limitata di ciò che la Giunta uscente (non) ha compiuto non è che un sintomo di questo. Per non parlare del tam tam insopportabile che tenta di trasformare le elezioni in una sorta di epica lotta del bene contro il male. Ma si può?

A prescindere da ciò, il PdL, a differenza della coalizione di Dellai, al suo interno comprende per lo più persone che provengono dalla Democrazia Cristiana o da altri partiti di centro. Se Divina dovesse vincere, infatti, i suoi assessori avrebbero in larga maggioranza quest'estrazione. Dellai, al contrario, avrebbe il PD (spostato ancora più a sinistra dalla nascita dell'UPT) come azionista di maggioranza.

E non c'è bisogno di rimarcare ancora una volta tutti i danni commessi dai membri della compagine del Governatore rispetto a quei valori inviolabili che stanno cuore al sottoscritto e, spero, pure ad Eccheli, il quale è invitato cortesemente a prendere visione di tutto ciò, prima di salire in cattedra a dare lezioni di democrazia o di etica politica.

Tuttavia, il mio virtuale interlocutore, forse, di ciò è ben al corrente. Infatti non entra mai nel merito di ciò che riguarda la tutela della vita umana, della famiglia e della libertà di educazione.

Quanto ai programmi, - ciò che conta realmente - se lei prova a nominare ai componenti dell'alleanza per Dellai un qualsiasi tema di quelli sussunti nell'art. 2 della Costituzione sotto il nome di “diritti inviolabili”, ne avrà circa venticinque risposte diverse.

Nel centro destra, al contrario, pur con i possibili limiti di questa coalizione, c'è un'unità totale su questo fondamentale aspetto. Noi siamo tutti, senza distinzione, per una cultura rivolta verso la persona in carne ed ossa. Siamo per una tutela totale di ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale, della sua integrità fisiopsichica, dei suoi bisogni economici, sociali.

Si guardi un po' la differenza tra i provvedimenti proposti da me e da miei colleghi e li paragoni con la mannaia utilizzata da coloro che si riconoscono nella coalizione che a lei sta tanto a cuore. Ne trarrà conclusioni che la sorprenderanno.

Sono da sempre a favore di una politica di integrazione, per il mero fatto che il valore principe della mia azione sono gli esseri umani. Credo che ciò vada perseguito realmente però. Non formalisticamente, cedendo ad un “volemmose ben” che non può che causare frizioni sociali. La politica deve governare il processo d'integrazione, agevolandolo attivamente. Ponendo dunque attenzione a quegli aberranti fenomeni culturali che tendono a svellere le fondamenta della nostra società civile. Mi riferisco al terrorismo o all’istigazione ad esso, alle culture che in qualche modo propagandano una discriminazione della donna vista come essere “inferiore”.

E’ un discorso complesso, ma sono da respingere sia le conclusioni “razziste” sia quelle che eludono il problema trincerandosi dietro slogan utopistici: entrambe infatti si rivelano, nei fatti, come sopraffazione dei più deboli a danno dei più forti. Il fallimento dello stato liberale puro ne è il paradigma storico. I problemi vanno affrontati interrogandosi razionalmente su come risolverli in un'ottica di salvaguardia della dignità della persona.

Il 9 novembre si tratterà di scegliere un modello di società più orientato alla tutela della dignità umana, come espresso dal programma della nostra coalizione, o più legato ad un'ottica strumentale della stessa, quella propugnata dal Governatore uscente. Dal canto mio, come uomo di centro (qualità che lei mi riconosce, e la ringrazio), la mia scelta, coerente anche se non indolore, è stata fatta, con l’unico criterio della centralità della persona, a partire dai valori non negoziabili. Cercando di usare lo strumento laico della ragione.

Cons. Pino Morandini

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