mercoledì 14 ottobre 2009

Interrogazione sugli effetti dell'inceneritore sulla salute pubblica

Trento 1/10/09

Al Presidente del Consiglio Provinciale

Giovanni Kessler

SEDE



Interrogazione



“ Perché la Giunta provinciale non si attiva per far conoscere ai cittadini le ricadute sulla loro salute dovute alla presenza dell’inceneritore?”




Le inchieste giudiziarie in corso sui siti inquinanti e i ripetuti confronti a livello politico non hanno di fatto permesso di chiarire un interrogativo di primaria importanza concernente anch’esso, fra le altre cose, lo stato di salute dei trentini, ovvero: quali ricadute avrebbe sui cittadini la realizzazione di un inceneritore?

Teniamo presente che esiste una pesante emissione, da parte degli inceneritori, di polveri sottili, il cui solo 10% delle quali risulta noto e classificato.

La stessa norma che regolamenta le emissioni degli inceneritori non tiene conto delle innumerevoli tipologie – qualcuno azzarda il numero di 5000 – di polveri sottili che la Legge vigente ignora e che sarebbero altamente inquinanti.

Riprova ne sarebbe il caso di Trieste, dove uno studio compiuto dal CIGRA (Centro Interdipamentimentale per la Gestione e Recupero Ambientale) dell’Università di Trieste su commissione del Comune ha avuto come scopo il rilevamento di una serie di inquinanti, tra cui le poveri sottili PM2.5: gli strumenti dei CIGRA sono stati posti a fianco della centralina di rilevamento inquinanti.

Ebbene, in un mese di misurazioni, dal primo febbraio al 5 marzo 2006, gli analizzatori hanno rilevato bene sei sforamenti del livello delle polveri sottili [PM10] e ben 17 (in pratica ogni due-tre giorni) di quello delle polveri sottilissime [PM2.5].

Sempre a Trieste, nel 1995, venne condotto uno studio epidemiologico che metteva in relazione le sorgenti di inquinamento (inceneritore, porto merci, ferriera, centro cittadino) ai casi di tumore al polmone, studio che dimostrò al di sopra di ogni ragionevole dubbio una correlazione assai elevata tra prossimità delle fonti inquinanti e rischio di ammalarsi di cancro al polmone.

Volendo dare uno sguardo al panorama internazionale, si può ricordare come nel 1996 venne pubblicato uno studio relativo al Regno Unito (basato su dati di decessi per cancro dal 1974 al 1987) nel quale si confrontavano i casi di cancro registrati entro 7,5 Km da 72 inceneritori.

Detto studio conteneva dati su oltre 14 milioni di persone per un periodo di 13 anni.

Orbene, venne riscontrato un rischio aggiuntivo che andava dal 2-4% per i più distanti, all’5-8% per i residenti entro i 3.5 Km dall’inceneritore: gli autori stessi affermarono che una parte di questa percentuale può essere dovuta a fattori sociali non ben considerati, ma che forse un residuo era da considerare come causato dagli inceneritori stessi.

Erano dati, come ebbero a riconoscere i ricercatori inglesi, che mettevano in luce come vi fossero comunque 11.000 morti per cancro in più rispetto al totale nazionale del Regno Unito.

Questi ed altri esempi debbono indurci a chiedere a gran voce alla Giunta provinciale di fare urgentemente chiarezza in ordine alle ricadute sulla salute dei cittadini e sulla sicurezza ambientale.

Si ricorda, inoltre, come con legge provinciale 10/2004, il Consiglio provinciale abbia modificato l’art. 72 del testo unico delle leggi provinciali in materia di tutela dell'ambiente dagli inquinamenti, affidando ai Comuni, in forma associata, le fasi del trattamento e smaltimento dei rifiuti, comprese la realizzazione e della gestione del futuro impianto di incenerimento.

La modifica di legge, a detta della Giunta provinciale, si è resa necessaria per permettere l’affidamento diretto a Trentino Servizi della progettazione e gestione dell’inceneritore, senza passare attraverso le procedure europee d’appalto.

Fino alla stipula di una formale convenzione tra i comuni, le competenze riguardo alla realizzazione ed alla gestione dell’impianto, restano in capo al Comune di Trento.

A distanza di anni, è tempo di capire, in proposito, a che punto sia lo stato di convenzionamento dei 222 Comuni del Trentino, se non altro per appurare con quale efficacia si stia seguendo la politica di tutela ambientale e della salute dei cittadini.





Tutto ciò premesso si interroga l’Assessore competente per sapere:





1) se non ritenga doveroso ed urgente che la Giunta provinciale si adoperi fattivamente per far conoscere alla popolazione le ricadute sulla salute dei cittadini causate da un impianto comunque inquinante qual è quello dell’inceneritore;



2) se non reputa lesivo del principio di precauzione la realizzazione di un inceneritore in una provincia, come il Trentino, già virtuosa in fatto di gestione dei rifiuti, soprattutto per quanto concerne la raccolta differenziata;





3) a che punto è il convenzionamento sulla gestione dei rifiuti previsto dalla L.P. 10/2004 tra Provincia e Comuni.

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