Trento, 20 agosto 2008
1. La storia, la cultura, l’identità dell’U.D.C.
E’ la storia, ben rappresentata dal simbolo dello scudo crociato, di chi ha inteso dare rilevanza pubblica, attraverso la politica, ai valori cristiani, nella convinzione della loro positività per tutti. E’ la cultura della centralità della persona umana, fin dal concepimento e in tutte le altre fasi difficili della sua vita: da quella centralità si misura la reale solidarietà verso i più piccoli e i più deboli. E’ la collocazione dell’U.D.C., decisa dalla gente nelle ultime elezioni provinciali, nella coalizione di centro – destra ed alternativa al centro – sinistra, che a tuttoggi resta tale, – tant’è che è alleato col PD – nonostante le mutate apparenze. Collocazione non geografica, ma di contenuti: che fa della tutela e promozione dei valori non negoziabili il punto di partenza includibile per costruire una società più umana e più giusta. E da qui, a cascata, ricevono beneficio tutti gli altri settori: economia, sanità, anziani, turismo,ecc.
Credere nella vita umana e nella famiglia, attraverso cui passano l’educazione, la cultura ed il vincolo tra le generazioni – valori universalmente laici – è dare un carattere di laicità all’ispirazione cristiana: cioè non imporre né la fede né l’ideologia, ma semplicemente riconoscere che i valori che incontriamo nella vita del popolo sono stati generati da una fede viva.
Questo è sempre stato il percorso ed il metodo dell’U.D.C. e dei cattolici impegnati in politica che hanno inteso restare fedeli alla loro appartenenza ed alla loro identità. E su questo si sono trovati uniti cattolici e culture non ostili al pensiero sociale cristiano, considerata la laicità dei suoi valori di riferimento.
2. E’ possibile questo con Dellai ed i suoi alleati? No, per una serie di motivi.
a) In primo luogo, perché la gestione delle Giunte da lui guidate ha posto seriamente al Trentino un problema di democrazia, ingabbiando la comunità dentro una ragnatela che sta minando la stessa libertà politica. Lo dimostra, ad esempio, il PATT, i cui vertici scelgono il carro di chi governa per non perdere posti al sole, mentre la base è in gran parte alternativa al centro – sinistra. Lo dimostrano le scelte di futuri candidati, anche qualche Sindaco, che, pur di sedere accanto a chi detiene il potere rinnegano la propria appartenenza ed il proprio pensiero. E grande onore ai pochi Sindaci che si dissociano da ciò.
b) In secondo luogo, per aver portato al governo del Trentino una sinistra (la Cogo capofila) connotata fin troppo spesso da una mentalità fortemente ideologica (v. ad esempio il caparbio sostegno alla RU 486); accentratrice, come testimonia la legge sulla cultura e connotata da sperpero di pubblico denaro attraverso inaugurazioni, rinfreschi, ecc.
Il tutto ben sorretto – a partire dalla bocciatura di provvedimenti tesi a servire i valori non negoziabili – dal sostegno della Margherita (oggi UPT, ma non cambia la sostanza) come quelli diretti a ridurre gli aborti (Consiglio provinciale, 17/05/06); a sostenere la famiglia di cui agli art. 29 e segg. Costituzione (Consiglio provinciale, 05/12/07); a proporre il buono scuola (Consiglio provinciale, 26/07/06); a contrastare i PACS (Consiglio regionale, 13/02/07).
Per non parlare della trasformazione di I.T.E.A , ente da sempre a carattere sociale, in Società per Azioni! Della condizione degli anziani nelle R.S.A., dove il lodevole personale di assistenza non viene incrementato, nonostante l’enorme necessità; dell’assistenza sanitaria ed ospedaliera; degli ospedali periferici (v. Borgo Valsugana); delle difficoltà delle piccole e medie imprese artigianali, commerciali, turistiche, ecc. Per giungere alla Regione, ormai ridotta a larva istituzionale e lasciata in agonia con pochissime competenze.
c) Per avere, da Sindaco di Trento, distrutto il gruppo DC; poi il PPI ed oggi la Margherita.
Oggi la coalizione che ha governato il Trentino (e la Regione) si ripresenta sotto mentite spoglie: UPT al posto di Margherita, PD la posto di DS o SDR. Cambiano le sigle ma non la sostanza e le alleanze e soprattutto il modo di concepire il Trentino. Concretando in tal modo un grande inganno per la comunità. Anche perché l’alleanza che viene proposta oggi all’U.D.C. da Dellai è solo elettorale, non reale, in quanto Dellai alle europee andrà con il PD.
d) Per aver distribuito consulenze a pioggia, (53 milioni di euro nei soli 2006 e 2007); istituito 35 Agenzie con altrettanti Consigli di amministrazione ed altrettanti Presidenti, accontentando gli amici e gli amici degli amici, e soprattutto generando una moltiplicazione della spesa del tutto ingiustificata. Per non parlare dei capitolati di spesa sottratti alla previdenza sociale, con la sostituzione dell’originario Pacchetto Famiglia con un provvedimento che di famiglia non ha quasi più nulla.
3. Perché riteniamo che l’U.D.C. debba stare nel centro – destra .
Per la coerenza con il proprio percorso politico e per fedeltà agli elettori che nelle “regionali” di 5 anni fa hanno votato l’U.D.C. nella coalizione di centro – destra.
Per una società in cui i più deboli vedano a loro favore delle tutele sostanziali e reali, in cui i lavoratori e le lavoratrici, anche domestiche, abbiano garanzie di tutele previdenziali e di sostegno al reddito, in cui gli anziani possano godere in maniera dignitosa dei loro anni, in cui i figli possano nascere e crescere in una famiglia che l’ente pubblico non continui a vedere come un peso, ma come una risorsa da promuovere e valorizzare; per una sanità più giusta; per la difesa degli Ospedali periferici; per il sostegno all’economia, a partire dalle piccole e medie imprese artigianali, commerciali, turistiche, ecc.....
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