venerdì 12 settembre 2008

Ordine del Giorno in Materia di Aiuto alle Donne in Gravidanza Indesiderata

Trento, 2 settembre 2008


PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO


presentata in relazione alla discussione del disegno di legge n. 309/XIII “Disposizioni per la formazione dell’assestamento del bilancio annuale 2008 e pluriennale 2008-2010 e per la formazione del bilancio annuale 2009 e pluriennale 2009-2011 della Provincia autonoma di Trento (legge finanziaria provinciale 2009)” e 310/XIII “Assestamento del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2008 e del bilancio pluriennale 2008-2010, nonché bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2009 e bilancio pluriennale 2009-2011 della Provincia autonoma di Trento”


“Per un concreto aiuto alle donne in gravidanza indesiderata ”


Nel dicembre 2007 la Giunta provinciale approvava una delibera che si faceva carico dell’impegno sottoscritto con una trentina di Associazioni di volontariato, per fornire dell’aiuto alle donne in gravidanza difficile a causa di ragioni economiche.

In essa si prevede che, nel caso la gestante adduca motivazioni economiche per interrompere la gravidanza, l’assistente sociale competente incontri l’interessata – se questa è d’accordo e nel rispetto della sua riservatezza – per trovare una via di sostegno concreto secondo un piano di aiuto concordato.

Di fatto, detta delibera non è operativa, non si sa realmente per quali ragioni.

Con l’occasione, si fa presente che, nel colloquio che la gestante che intende abortire ha con il medico a cui chiede il relativo certificato, non viene fatta richiesta dei motivi (naturalmente nel rispetto della privacy) che la inducano a quella scelta.

Al fine di poter aiutare la gestante – così come del resto impongono gli artt. 4 e 5 della legge 194/78 – è necessario conoscere le ragioni che inducono la madre a quella drammatica decisione. Ciò rappresenta la seconda parte del citato impegno sottoscritto dalla Giunta, alla cui stregua, nel caso in cui la gestante adduca motivazioni economiche a sostegno della richiesta di aborto, il medico cui la donna si rivolge è tenuto a contattare l’assistente sociale competente, la quale entro sette giorni incontra la gestante. Con lei, se ravvisa la fondatezza delle ragioni che le sono sottoposte, l’assistente sociale predispone un piano di aiuto concordato.

Questa seconda parte dell’impegno bilaterale sottoscritto, non ha a tuttoggi trovato recepimento in un atto deliberativo della Giunta provinciale.

Ciò premesso,

il Consiglio provinciale impegna la Giunta

1) a dare concreta attuazione alla citata deliberazione della Giunta provinciale, in modo da fornire reale aiuto alle gestanti in difficoltà economiche;

2) a finanziare adeguatamente gli interventi di cui al precedente punto 1);

3) a disporre (ad es., con circolare) che il medico cui si rivolge la gestante in difficoltà per chiedere il certificato d’interruzione della gravidanza, chieda alla donna i motivi della sua decisione, nel rispetto della riservatezza, in modo che, se essi sono di ordine economico, si possa avviare un iter che porti a concordare forme di aiuto concreto con i competenti servizi.

Cons. Pino Morandini

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