martedì 1 settembre 2009

Mozione Franchigia da rivedere per case I.T.E.A.

CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Gruppo Consiliare Il Popolo della Libertà

Trento, 8/7/2009

Al Presidente del Consiglio Provinciale

Giovanni Kessler

SEDE

Proposta di mozione

“Franchigia da rivedere per le case Itea”

Secondo un censimento del 2007, gli inquilini che alloggiano presso le case Itea sono oltre ventimila. Ora, benché questa cifra possa apparire importante, in termini percentuali si tratta di un numero esiguo se raffrontato a quello complessivo di coloro che avanzano richiesta di alloggio pubblico: le assegnazioni totali, infatti, sono circa il 12% delle oltre cinquemila richieste che ogni anno pervengono ad Itea spa.

Questo significa che la fascia di cittadini interessati ad un alloggio pubblico subisce una pesante penalizzazione da una selezione che, di fatto, accontenta appena una ristretta minoranza di famiglie.

A questa selezione, restrittiva al punto da apparire quasi iniqua, si aggiunge, per i beneficiari degli alloggi pubblici, una regolamentazione altrettanto penalizzante.

L’ingiustizia della legge, infatti, è sotto gli occhi di tutti e in più occasioni, fin dalla sua approvazione, chi scrive si è premurato di rappresentarne in motivi. Ma anche sul versante dei provvedimenti amministrativi, siffatta iniquità emerge. Basti pensare al parametro Icef, più volte contestato in questi anni, anche proponendo misure sostitutive.

La Giunta provinciale ha finalmente deciso di rivedere quel parametro, approntando una deliberazione che aumentasse la franchigia in modo tale – come più volte abbiamo richiesto – da non colpire il comportamento virtuoso del risparmio.

Fino ad oggi, sono state esentate fiscalmente solo le famiglie che aventi risparmi uguali o inferiori a 20 mila euro.

Orbene, anche senza consultare tabelle e statistiche, si può comprendere come una simile franchigia finisca per scoraggiare un comportamento che invece meriterebbe di essere incentivato in quanto lodevole, ovvero quello del risparmio.

Beninteso: non si sta parlando di risparmi di chissà quale entità, tipici di nuclei famigliari economicamente facoltosi e pertanto non interessati agli alloggi pubblici, bensì di quelle poche decine di migliaia di euro che, legittimamente, anche cittadini di ceto medio, specie se lavoratori da decenni, possono aver messo da parte, magari con la speranza di offrire qualche garanzia futura in più a figli e nipoti.

Deve esser precisato che innalzando il livello di franchigia, fissandolo per esempio a 40 mila euro, diversamente da come si vuole far credere, non si attuerebbe affatto un’agevolazione nei confronti di cittadini ricchi o, peggio ancora, di chi imbroglia evadendo il fisco.

Ciò è facilmente dimostrabile sulla base di due elementari considerazioni.

La prima: qualificare come ricco un nucleo famigliare che abbia risparmi superiori a ventimila euro significa ignorare i parametri – che sono ben altri - che effettivamente qualificano una famiglia come abbiente.

La seconda: i lavoratori in proprio sono appena il 5,2% dei cittadini alloggiati presso case Itea; questo significa che se, per assurdo, questi fossero tutti incalliti evasori fiscali – si tratta, con ogni evidenza, di una follia – un provvedimento che innalzasse la franchigia, posto che chi evade il fisco già ora elude norme beneficiando indebitamente di privilegi, forse faciliterebbe la vita a qualche truffatore, ma i maggiori beneficiari sarebbero comunque cittadini per forza di cose in regola con la dichiarazione dei redditi quali soni gli impiegati e gli operai.

Particolare attenzione, inoltre, andrebbe rivolta alle famiglie tra i cui componenti vi sia un disabile grave, alle quali oggi viene riservato un trattamento del tutto iniquo, che sottovaluta di molto la difficoltà che comporta un famigliare non autosufficiente.

Assodata l’importanza di ritoccare la franchigia, una riforma ragionevole in proposito, come suggerito da più parti, sarebbe quella di raddoppiarla, fissando a quarantamila euro il tetto del risparmio non calcolato.

Si tratterebbe, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, di un provvedimento importante, che andrebbe a sostenere una politica, quella del risparmio famigliare, decisamente meritoria.

Inoltre si potrebbe in questo modo ovviare al problema degli sfratti, che oggi, a causa dell’opinabilissimo parametro Icef fissato a 0,34, vengono imposti anche a nuclei famigliari bisognosi. Gli esempi da citare, a questo proposito, sarebbero tantissimi, ma per ragioni di spazio occorre limitarsi a ribadire la necessità di una revisione di un parametro, quello dello 0,34, decisamente anacronistico e penalizzante.


Ciò premesso il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento impegna la Giunta a:

  1. raddoppiare la franchigia per il calcolo dell’Icef per l’alloggio Itea, oggi fissata da 20 mila euro, rendendola di 40 mila euro;
  2. fissare a 65 mila euro la franchigia per le famiglie con almeno un componente invalido al 75%;
  3. istituire un gruppo di analisi che si impegni, su un piano più generale, a valutare l’idoneità del parametro Icef, ad oggi fissato a 0,34;
  4. sospendere temporaneamente gli sfratti ordinati sulla base di riscontri poco superiori all’attuale valore del parametro Icef;

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