giovedì 27 agosto 2009

Eluana....

Eluana è morta. A furor di stampa, con la violenza cieca di un potere applicato non in quanto giustificato razionalmente, bensì solo per il mero fatto della propria superiorità ed esistenza.

E' morta di arresto cardiaco, immersa nella fame e nella sete, consacrando con questa sevizie il massimo dell'ipocrisia e della barbarie.

La notte della ragione impera sullo Stivale.

Sia chiaro, non si tratta di dare giudizi sulla famiglia, ci mancherebbe. Ad essi, specie al padre, visto che la madre ha preferito starsene nell'ombra, va il mio rispetto.

Però, c'è tutta una serie di “però”, di perplessità non eludibili, che si riferiscono al fatto che un conto è la solidarietà umana e la vicinanza che andrebbe (e che invece non è stata) rivolta ai soggetti coinvolti in questi drammi. Un altro conto è accettare che uno Stato laico legittimi la decisione di compiere un omicidio solamente perché...

Ed il perché non detto, almeno apertamente.

La notte della ragione, come già detto, offusca gli animi.

Come invece dovrebbero insegnare millenni di pensiero razionale, chi si contraddice nel medesimo istante, sul medesimo punto, non dice nulla. E la sentenza che, si dice (in realtà non è proprio così, basterebbe leggere il dispositivo...), ha autorizzato la soppressione di Eluana, è il classico esempio di contraddizione continua, punto su punto. Dunque, è un quid che razionalmente, non dice nulla. Ed applicarla significa solamente, appellarsi al mero fatto, alla constatazione che il giudice è l'unico che possa applicare autoritativamente la norma. E, se non sostenuta da legittimazione razionale, tale applicazione non è che espressione di forza bruta.

E ciò che è accaduto alla clinica “La Quiete” di Udine ne è un esempio.

Siamo in uno Stato in cui il tutore non può fare testamento, non può compiere donazioni, in quanto questi considerati dalla sapienza giuridica “atti personalissimi”, pertinenti cioè alla sfera più intima e personale del soggetto. Però, ora, il tutore può decidere, in base a delle estemporanee dichiarazioni, scegliendo quali considerare e quali no in base alla sua personale convinzione, che è giusto interrompere non solo i trattamenti medici, bensì pure l'alimentazione. Mah...

Non torno sulle contraddizioni continue della sentenza. Mi preme solo sottolineare due aspetti decisamente inquietanti.

Il primo concerne il fatto che la sentenza autorizzava la decisione del padre – tutore (quanto razionalmente lo si può vedere da ciò che ho esposto or ora) a condizione dell'avvenuto accertamento della permanenza dello stato vegetativo permanente. Bene, stanti così le cose, la sentenza non è stata applicata: è infatti impossibile, date le attuali cognizioni della scienza medica, accertare l'eventuale permanenza dello stato vegetativo...

Come se non bastassero le altre astruse fantasie giuridiche (si legga pure la demolizione delle stesse ad opera del prof. Mantovani) vergate in quell'atto del Tribunale di Milano, mi preme ricordare che un'eventuale legge sul testamento biologico, di certo non avrebbe autorizzato la morte di Eluana...

E mi astengo dal sottolineare ancora una volta quanto il testamento biologico sia insostenibile razionalmente e cozzi in maniera insanabile con la libertà del soggetto di autodeterminarsi a livello terapeutico. Ma, si sa, nella notte della ragione, tutto è possibile...

Personalmente, dopo approfondite riflessioni, credo che in queste materie, qualsiasi scelta legislativa, qualsiasi mano umana, non faccia che danni...

Ciò che mi preoccupa, ora, è la sorte delle migliaia di “Eluane” presenti. Giacché, checchè se ne dica, è stata autorizzata non l'esecuzione di una volontà seria, attuale, consapevole del paziente di interrompere l'alimentazione, bensì è stata autorizzata una scelta proveniente da altri.

Alla faccia della tanto sbandierata autodeterminazione!!

Ed è stata solo l'orgia ideologico – mass mediatica a convincere molti del contrario, ossia che la volontà fosse quella di Eluana, quando è evidente che non potrebbe essere così!!!

Il dramma è che il retropensiero nascosto dietro ciò è che si sostiene che...tali vite non sono degne di essere vissute. Sono non- vite. In virtù di quale confessione assolutista, non è difficile crederlo: sono vite improduttive nella società dominata dalla selvaggia ideologia economico - utilitaristica che viviamo. Sono inoltre vite da sottrarre alla vista, dal momento che rammentano che esiste la sofferenza e che pure la morte fa parte dell'esistenza umana.

Anziché una nuova frontiera di premura socio – assistenziale verso questi casi (e, soprattutto, vero le loro famiglie) che, si voglia o no, hanno in sé pure il “lato oscuro” delle “magnifiche sorti e progressive” di leopardiana memoria...si preferisce eliminarli.

Sono vite scartate dal ciclo produttivo. E, se questo non è fondamentalismo...(e lo è) è comunque un pensiero con certi baffetti da Adolf che mettono i brividi.

Che ci si deve aspettare, ora?!?!

Che taluni possano avere il diritto potestativo di riconoscere su quali vite si possa agire con effetto ablativo e su quali invece no?

E' più che la notte della ragione. E' l'ennesima riedizione della Shoah. D'altronde, il miliardo ed oltre di bimbi abortiti sono molto esperti in materia...

Spiace inoltre, che il presidente Napolitano, sinora esemplare per correttezza istituzionale, si sia arrogato una decisione (palesemente in contrasto con la Costituzione) che, più che pilatesca, arrossa il Quirinale del sangue della Englaro. Un altro decreto sulla sicurezza, sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro, sarebbe stato firmato. Certo, perché ne vanno di mezzo gli uomini, i tanto sbandierati ed ancor più spesso vilipesi, diritti umani. Che, è bene ricordarlo, sono a fondamento della nostra Costituzione.

Napolitano ha detto “no”, arbitrariamente ed ingiustificatamente, come del resto sottolineato addirittura da molti ex presidenti della Consulta dell’on. Carlo Casini, Presidente del Movimento per la Vita italiano.

Ha detto “no”.

Ma io non ci sto. Non ci starò mai.




Pino Morandini

Vice-Presidente

Movimento per la Vita Italiano

Nessun commento: