Con la conseguenza che la presenza di un medico ostetrico in tutti i punti nascita della Provincia, stabilita con un decreto del 2000 dal presidente della Giunta, non sarà più obbligatoria.
Da non credere: la stessa amministrazione che, violando leggi dello Stato, si è battuta per difendere la sperimentazione della pillola Ru-486, si rifiuta ora di assicurare la giusta assistenza alle donne in gravidanza e dalle
Occorre inoltre sottolineare come, di fatto, la presenza di un medico ostetrico in ogni punto nascita della Provincia, non si sia mai potuta garantire pienamente causa – pare - la mancanza di adeguate risorse.
Ogni anno, in Trentino, vengono alla luce oltre 5.000 bambini, e a loro e alle loro madri è giusto, oltre che doveroso, assicurare adeguata e puntuale assistenza.
Una politica che chiudesse gli occhi sull’assistenza alla maternità più di quanto abbia già fatto – pensiamo allo in cui versa la neonatologia locale – avrebbe ben poche ragioni per fregiarsi di questo nome.
Il paradosso è che l’amministrazione che si prende ora la responsabilità di provvedimento così incivile, motivando la propria scelta con la presunta e poco credibile mancanza di fondi, è la stessa che in poco tempo, infischiandosene di quella sobrietà che la crisi economica imporrebbe, ha dato il proprio assenso alla quintuplicazione del budget dell’Ufficio stampa della Giunta provinciale ed ha foraggiato a piene mani il Festival dell’Economia, due iniziative che, da sole, hanno impiegato risorse per oltre due milioni di euro, risorse che avrebbero potuto esser destinate diversamente.
Ciò premesso il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento impegna
- ripristinare immediatamente quanto prescritto dal decreto del Presidente della Giunta provinciale del 27 novembre 2000;
- stanziare i fondi necessari affinché il succitato decreto possa finalmente incontrare, in termini concreti, un’attuazione compiuta;
- attivarsi per produrre uno studio approfondito sulle difficoltà incontrate in Trentino dalle donne in gravidanza, studio che possa fungere da riferimento per provvedimenti futuri su questa materia.
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