Trattasi di una esposizione di materiale poco noto proveniente dagli scavi condotti da Ernesto Schiapparelli fra il 1905 ed il 1920, conservato al museo Egizio di Torino, e di parte della collezione egizia del Castello del Buonconsiglio.
Fin qui nulla di male, anzi, ben vengano le iniziative culturali.
Anche se, a parere di qualche prezioso esperto in storia ed arte egizia, non si tratta di una mostra di particolare spessore.
Il punto è che, per organizzare questo pur interessante evento, non si sarebbe letteralmente badato a spese.
Soprattutto, al costo della mostra, sarebbero state aggiunte spese, per così dire, non propriamente necessarie e pertinenti.
Pensiamo agli assai generosi buffet organizzati sia al Castello Sforzesco di Milano, sia qua a Trento rispettivamente il 29 ed il 30 maggio scorsi.
Inoltre, sempre in riferimento a questa iniziativa, quattro persone, a spese della Provincia, si sarebbero recate due settimane in Egitto.
Per questo sarebbe doveroso, soprattutto per un dovere di trasparenza verso i cittadini che stanno vivendo una stagione economicamente difficile, fare chiarezza sui costi complessivi dell’iniziativa in questione.
Tutto ciò premesso si interroga l’Assessore competente per sapere:
- se quattro persone, nell’ambito della preparazione a “Egitto mai visto”, hanno realmente soggiornato due settimane nell’omonimo Paese africano e con quali costi;
- in base a quali criteri sono state scelte queste quattro persone;
- quanto è costato il loro viaggio;
- quali compensi sono andati a costoro;
- se è vero che la Provincia Autonoma di Trento ha finanziato, ed eventualmente in che misura, il buffet tenutosi al Castello Sforzesco di Milano e quello organizzato in quel di Trento;
- quanto sono costati i menzionati buffet;
- a quanto ammonta, complessivamente, la spesa di “Egitto mai visto”.
A norma di regolamento si richiede risposta scritta.
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