giovedì 27 agosto 2009

Quanto ho fatto per le OSS... (risposta ad una lettrice disattenta)

Egregio Direttore
Purtroppo è tristemente vero l’antico adagio che sancisce che quanto più ci si batte, ci si impegna per una cosa, tanto più si verrà disprezzati, e gli sforzi profusi saranno misconosciuti, se non serviranno addirittura ad attirare del dileggio.


E’ Ho letto infatti con estremo rammarico le accuse, per la verità nemmeno troppo velate (“gioco pre-elettorale”), che mi sono state rivolte da Manuela Turchetti ed un gruppo di OSS per una mia presunta immobilità nei confronti delle problematiche delle RSA, nella fattispecie della vicenda dei corsi Oss, predisposti a tutt’oggi in modo assai poco razionale. Mi limito a ricordare le mie iniziative sul punto:

a) presentazione di una mozione (3/2/9) sottoscritta anche dai miei colleghi del gruppo che impegnava la Giunta provinciale ad organizzare i corsi per la qualifica di Oss “in modo tale da rendere compatibile al personale delle Case di riposo non in possesso di detta qualifica la prestazione del proprio lavoro con la frequenza dei corsi”; sollecitava un aggiustamento in senso flessibile di detti corsi e proponeva di ridurre il loro forte carico d’orario, assai più pesante che nel resto d’Italia;

b) deposito di un’interrogazione a risposta immediata (20/2/09) e discussione della medesima in Consiglio provinciale (25/2/09) nella quale l’Assessore competente nel rispondere alla stessa, dichiarava l’impegno ad articolare i corsi in quattro anni anziché in due “per conciliare meglio l’impegno formativo con gli impegni di lavoro, recuperando il personale ausiliario che può potenzialmente diventare operatore socio-sanitario”; e prevedeva che “l’esperienza lavorativa maturata presso le RSA sia riconosciuta in termini di crediti formativi, fino al riconoscimento del totale delle ore previste per il tirocinio (settecento)”;

c) deposito di un’interrogazione ( 9/6/2009) nella quale si chiede conto all’Assessore competente della mancata attuazione del dispositivo della mozione (3/2/9) a distanza di svariate settimane dalla sua approvazione, e lo si sollecita a provvedere in tempi rapidissimi per porre rimedio a questo grave ritardo.

Il 21/4/09 il Consiglio provinciale, da me richiesto di inserire il problema nel suo ordine del giorno, discuteva ed approvava all’unanimità la mozione di cui alla lettera a), modificandola in parte, con il seguente dispositivo: “il Consiglio provinciale impegna la Giunta:

1) a dare disposizioni”affinché i corsi per la qualifica di OSS siano organizzati in modo tale da rendere compatibile al personale delle case di riposo non in possesso di detta qualifica la prestazione del proprio lavoro con la frequenza dei menzionati corsi;

2) a sollecitare in senso flessibile detti corsi;

3) ad introdurre nel solco di quello che già sta facendo la Giunta provinciale, e previa verifica dell’effettivo interesse della disponibilità alla frequenza da parte degli ausiliari ulteriori elementi di flessibilità nell’organizzazione dei corsi (compreso il riconoscimento dell’esperienza lavorativa assistenziale maturata presso le RSA ovvero presso strutture sanitarie quale credito formativo per le ore previste per il tirocinio)”

Anche nella scorsa legislatura avevo seguito il problema ed altri allo stesso connessi, sia presentando almeno una dozzina di interrogazioni (n. 1, n. 2, n. 4, n. 74, n. 98, n.143, n.222, n. 243, n. 1679, n. 1912, n. 2070, n. 2643, n. 3484) ,
sia depositando alcune mozioni, due delle quali approvate all’unanimità dal Consiglio provinciale.

Una (n.582) impegnava la Giunta a non dover dar corso al licenziamento del numeroso e competente personale ausiliario impegnato da più di tre anni nelle RSA e non avente la qualifica di OSS ad individuare percorsi di preparazione ed aggiornamento adeguati e compatibili con la svolgimento del propri lavoro; l’altra ad aumentare il personale dell’assistenza agli ospiti delle RSA, arrivando se possibile a garantire un operatore ogni due ospiti.


Dall’approvazione dei documenti succitati la palla è ora nelle mani della Giunta provinciale che, nella persona dell’Assessore competente, è tenuta ad adoperarsi in tempi rapidi per attuare i provvedimenti opportuni per rendere agevole al personale già in servizio presso le case di riposo del Trentino, il conseguimento del diploma di Oss.


Mi pare davvero che quanto era nelle possibilità di un Consigliere sia stato compiuto.

Ricevere in cambio cristallina (e pure un po’ frettolosa, pregiudiziale e disinformata) ingratitudine..è un segno dei tempi.

Che fa riflettere e mi lascia amareggiato sì, ma sereno.

Pino Morandini

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