Quando si parla d’assistenza, vengono subito in mente due categorie di pazienti: gli anziani e i disabili. Tra questi ultimi, coloro che in Trentino scontano la maggior disorganizzazione delle strutture d’accoglienza, sono indubbiamente le persone in stato vegetativo persistente.
Come numerose famiglie hanno denunciato, esiste una forte diversità quello che i Namir dovrebbero essere e quello che in realtà sono. Dovrebbero infatti strutturarsi come realtà preparate all’accoglienza ed alla cura di persone che non sono colpite solo da una generica non-autosufficienza, bensì da patologie ancor più gravi. E che come tali abbisognano di assistenza adeguata, sia in termini sanitari (medici ed infermieristici) che sociali.
Dal momento che ad oggi ai soliti annunci le istituzioni, ancora una volta, non hanno fatto seguire provvedimenti concreti, e giacché questo si traduce in un’amplificazione di drammi famigliari già durissimi di per sè, è tempo che ci si prenda seriamente carico delle persone in stato vegetativo e comatoso, in modo che i tanto osannati diritti umani possano essere onorati fino in fondo, sostenendo i più deboli e abbisognevoli di cure tra i cittadini.
Ciò premesso il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento impegna
- operare con immediatezza un censimento provinciale delle persone in stato vegetativo e comatoso;
- verificare il tipo di assistenza erogato dalle strutture alla persone in stato vegetativo;
- istituire concretamente e definitivamente i Namir, al fine di dare adeguata assistenza ai pazienti in stato vegetativo, dando in tal modo sollievo ai loro familiari.
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