giovedì 27 agosto 2009

INTERROGAZIONE n. 506 “Precari licenziati: ma la tutela della maternità è un optional?”

E’ francamente stupefacente che un dirigente generale della Provincia, (nella specie quello che sovraintende al Dipartimento organizzazione e personale) si permetta, tantopiù a mezzo stampa, di disquisire sull’antipatia di due dipendenti, a maggior ragione se costoro patiscono già l’umiliazione di un ingiusto licenziamento, sopraggiunto, guarda caso, non appena gli interessati hanno avuto l’ardire di intraprendere le vie legali per far luce su un concorso pubblico.

I fatti sono noti. Una persona sostiene un pubblico concorso, entra nella relativa graduatoria e, dal momento in cui aspetta un bimbo, perde tutti i diritti acquisiti. Quasi che la sua “colpa” sia l’aver concepito un figlio!

Si annota come l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (A.P.S.S.), ente funzionale della Provincia, si comporti in modo affatto diverso, semplicemente applicando le norme e facendo salvi i diritti acquisiti, tantopiù se legati a situazioni meritevoli di particolare tutela, come la maternità.

Ma la Provincia No.

L’ente “madre” degli altri, ad essa funzionali o collegati, si dissocia dall’applicazione della disciplina legislativa vigente. Fa invece riferimento ad una prassi trentennale, sulla cui legittimità, per quanto introdotta da una circolare interna, sorgono non pochi dubbi. Tant’è che altri enti, come sopra accennato, applicano correttamente le norme legislative di riferimento.

Sul punto, il TRGA di Trento, adito dagli interessati, ribadisce la legittimità della prassi seguita dalla Provincia. Peraltro il giudice penale, nel mentre assolve chi si è mosso nel solco di quella prassi (in quanto avvalorata dalla menzionata circolare) e parla di “falso non voluto”, dichiara la falsità “dei verbali da uno a otto” in quanto la loro redazione “non in immediata contestualità allo svolgimento delle singole operazioni compiute vulnera normalmente il loro potere certificativo”.

E’ infatti notorio come il verbale debba assolvere ad una “funzione di garanzia della formazione di uno strumento documentale”.

Ce ne sarebbe abbastanza, quantomeno per ripensare, da parte dell’amministrazione provinciale, il proprio atteggiamento nei confronti di talune modalità concorsuali e della primaria tutela che spetta alla maternità, alla stregua della vigente legislazione e della “ratio” che da decenni la ispira.

Ed invece no.

La Provincia continua caparbiamente nella sua logica meramente contabile, pur di fronte alla maternità, ed applica indifferentemente la logica dei numeri e del contenimento della spesa.
Nulla conta se altri enti si muovono in modo affatto diverso a fronte di simili eccezionali eventi, quale è per l’appunto l’arrivo di un figlio.
Che essi siano divenuti “eccezionali” è sotto gli occhi di tutti, considerati il clima culturale in atto e le molteplici difficoltà che oggi incontra la coppia di fronte alla maternità.

Ma proprio per questo l’Amministrazione dovrebbe invece rivedere certa sua prassi e non trattare la maternità stessa alla stessa stregua di ogni altra fattispecie, ben diversa, applicandole meri numeri e calcoli di risparmio. E ciò tanto più in un contesto di “inverno demografico” qual’è quello attuale, segnato da una consistente denatalità, con tutte le conseguenze negative, di tipo sociale, previdenziale ed economico che ciò comporterà nel futuro.

Che senso ha proclamare, anche attraverso la legislazione, il valore sociale della maternità, per poi penalizzarla nei momenti in cui ha maggiore bisogno di tutela?


Perché le doverose e necessarie misure di contenimento della spesa, la Provincia non le adotta in settori come quello delle consulenze o di mega eventi, come il Festival dell’Economia o Universinversa, o altri, ecc. riducendo consistentemente il loro impegno di spesa?


Ciò premesso si interroga il Presidente della Giunta provinciale per sapere:

  1. se non consideri inopportuno che un dirigente pubblico si permetta di disquisire, tantopiù a mezzo stampa, circa la “poca simpatia” di dipendenti già umiliati da un ingiusto licenziamento;
  2. se ritenga rappresenti davvero una “coincidenza” che i due dipendenti della Provincia ricorsi a vie legali per chiedere trasparenza relativamente al concorso di cui premessa e sul quale la stessa magistratura ha registrato scorrettezze, siano gli unici ai quali non è stato rinnovato il contratto;
  3. se non consideri quantomeno motivo di ripensamento per la Provincia in ordine alla propria prassi, il fatto che altri enti, quali l’Azienda sanitaria, riservino giustamente alla maternità quella tutela che essa merita alla luce delle norme vigenti e tantopiù nell’odierno contesto culturale, ad essa non favorevole;
  4. se non ritenga ingiusto applicare a detta fattispecie (maternità) la logica del contenimento della spesa, che penalizza simili importanti eventi;
  5. se non consideri invece doveroso al fine di contenere le spese, recidere pesantemente quelle non strettamente necessarie, tantopiù nell’attuale clima di recessione economica, quali le spese legate ad eventi particolarmente costosi, come il Festival dell’Economia (che è costato milioni di euro), Universinversi, ecc.



A norma di regolamento si chiede risposta scritta.

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