giovedì 27 agosto 2009

In ricordo di Mariuccia Degasperi

Mi sia concesso, in poche righe, esprimere il dolore ed il cordoglio per un’amica scomparsa, tentando di tributarle, dalle pagine di questo giornale, un estremo omaggio di commiato.

Mi riferisco a Mariuccia Degasperi, colonna e paradigma d’un certo modo di vivere l’impegno politico e la fede personale.


La conobbi grazie alla militanza comune in quella che allora era la Democrazia Cristiana.

Ed amo ricordarla come una sorta di paradigmatica incarnazione di quello che io ho reputato sempre il sano spirito della D.C. Non certo quello ridicolizzato e massacrato che a volte ci viene propinato, né quello tramaccione e corrotto che ha infangato una storia di gran lunga più gloriosa che negativa; bensì quello verace, popolare, sincero, che Mariuccia incarnava.


Di questo spirito popolare – democristiano amo ricordare due caratteri di cui ella era latrice: la mitezza e l’identità.


La mitezza, per il suo carattere affabile gentile, che le garantiva una grande facilità di rapporti umani ed un’istintiva attitudine a fidarsi di lei. Di ciò ha dato per testimonianza anche nell’impegno parrocchiale a Ravina.


L’identità, perché Mariuccia nel proprio impegno politico esprimeva lo spirito identitario cattolico, sottolineando ad ogni piè sospinto la dimensione pure pubblicistica e non meramente individuale e privata della fede.

E ciò è ancora più encomiabile in quanto la Degasperi non ricoprì mai, durante la sua pluridecennale militanza all’ombra dello scudo crociato, incarichi di primo piano, bensì fu un’essenziale presenza che agiva nella discrezione, nella penombra che avvolge ingrata coloro che spesso reggono e faticano forse più di molti di coloro stanno sotto le luci della ribalta.

Mariuccia fu per anni, com’è noto, segretaria particolare dell’assessore Giuseppina Bassetti, coadiuvandola nella visione e nella realizzazione di politiche sociali realmente “rivoluzionarie” e attente alla persona umana, con il tatto e la sensibilità proprie del mondo muliebre.

E poi, valente collaboratrice di alti funzionari.


Cara Mariuccia, certi che la tua presenza non ci ha lasciato, lasciami esclamare che continuerò a sentirti vicina, lottando per quegli ideali che tanto ci hanno affratellati, e che non passeranno.


Arrivederci, amica mia!

Cons. Pino Morandini

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