IL PERCHE’ DELL’OSTRUZIONISMO IN CONSIGLIO REGIONALE
SUL C.D. PACCHETTO FAMIGLIA
Poiché il mio atteggiamento ostruzionistico è stato dipinto come fine a se stesso per rallentare i lavori consiliari, faccio presente che poiché non sono uso ricorrere a questi metodi, le ragioni dell’ostruzionismo erano sostanziali e si riannodano ai motivi che esporrò di seguito. Non è vero, infatti, che il nuovo “c.d. Pacchetto Famiglia” sia così positivo come si vuole dipingere. Anzi ai vari interventi danneggia fasce deboli della popolazione che dice di voler aiutare.
- In primo luogo perché l’estensione fin al primo figlio dell’assegno al nucleo familiare – recepita come impegno nella l.p. 13/2007 a seguito di un mio disegno di legge – non è stata però estesa, come costantemente avevo chiesto, anche ai figli nati negli anni 2005, 2006 e 2007. In quegli anni, i primi figli non sono stati per nulla considerati dalla Regione, non ricevendo le relative famiglie alcun contributo, diversamente da quanto accadeva (attraverso gli assegni di natalità e di cura) con l’originario Pacchetto Famiglia, che Dellai e C. hanno voluto cancellare. In tal modo danneggiando molte famiglie, spesso le più fragili, quali quelle con un solo genitore, che quasi sempre non hanno più di un figlio. L’ostruzionismo mirava, in primo luogo, ad estendere l’intervento finanziario per i primi figli a partire dagli anni rimasti scoperti a causa del nuovo “c.d. Pacchetto Famiglia” (2005, 2006, 2007).
- L’Assessore ha replicato affermando che non ci sarebbe la relativa copertura finanziaria. Cosa destituita di fondamento, se si pensa che i 30 milioni di euro stanziati dal 2005 ad oggi con l.r. 1/2005 non sono stati quasi per nulla utilizzati – e quindi sono finiti “in economia”!! – perché parecchi degli interventi caparbiamente voluti da questa maggioranza, a partire da quello per i lavoratori atipici, non hanno incontrato il favore dei cittadini. Si potevano quindi indirizzare almeno una parte dei circa 120 milioni di euro non utilizzati in questi 4 anni, per estendere fin dal primo figlio delle provvidenze finanziarie, specie pensando al costo sempre più alto della vita. A queste proposte la Giunta si è mostrata totalmente sorda, nonostante la battaglia intrapresa.
- In aggiunta a quanto sopra espresso, altri interventi del c.d. nuovo “Pacchetto Famiglia” di fatto si appalesano a danno di fasce deboli che si afferma invece di favorire.
Così è per la c.d. integrazione al minimo della pensione: si è tolta l’integrazione al minimo derivante dallo Stato, con i relativi aumenti, e si è inventata un’integrazione al minimo regionale più bassa, penalizzando in tal modo le iscritte alla pensione casalinghe e colpendo ulteriormente la relativa legge.
Così, nel prevedere l’importo complessivo mensile dell’assegno per livello di condizione economica del nucleo familiare, si sono fortemente penalizzate le famiglie con un solo genitore!
Analogamente, l’aiuto alla contribuzione volontaria per l’assistenza ai figli non autosufficienti è stata limitata ai figli minori di 5 anni!
E gli altri?
- Perché, invece, non si attuano concretamente interventi previsti da anni in legge, come, ad esempio, quello a favore di chi assiste in casa familiari non autosufficienti, interventi che in provincia di Trento non si è voluto far decollare?
Perché si concede il sostegno alla contribuzione volontaria solo al genitore che, lavorando a tempo parziale, accudisce al proprio figlio il restante periodo della giornata, e non anche al genitore che ha scelto di dedicarsi ai figli l’intera giornata, rinunciando al lavoro fuori casa?
Sono alcune delle ragioni e delle domande che hanno motivato il mio ostruzionismo al c.d. nuovo “Pacchetto Famiglia”, determinando il mio voto finale di astensione.