venerdì 16 maggio 2008

ad Andreolli, sulla c.d. "diminuzione degli aborti"

Trento, 24 ottobre 2006

SULLA COSIDDETTA DIMINUZIONE DEGLI ABORTI

In questi ultimi giorni è stata fornita notizia, dall’Assessore competente, e da taluno accompagnata con enfasi solenne, circa il presunto calo del numero degli aborti in provincia di Trento.

In proposito non posso tacere alcune perplessità. In primo luogo stiamo comunque parlando di numeri agghiaccianti: circa 1300 interruzioni di gravidanza ogni anno nella nostra provincia. E’ come se sparisse un nostro comune di medie dimensioni. C’è poi da chiedersi quanto sia reale questa presunta diminuzione. Anche senza tirare in ballo artifici statistici, come la differenza ormai strutturale tra dati provvisori e dati definitivi, il computo degli aborti non tiene conto di elementi importanti, quali la c.d. “contraccezione di emergenza” (che altro non è se non un aborto precocissimo) o “l’aborto fai –da- te” attraverso farmaci. Considerando anche questi valori, il numero salirebbe notevolmente, fin quasi a raddoppiarsi. Vi è poi da considerare il progressivo ridursi della popolazione femminile in età feconda.

Mi pare poi opportuno chiedersi, se anche la diminuzione fosse reale, quali potrebbero essere i fattori a provocarla. Non certo la legge, la cui parte preventiva è, a detta di tutti, rimasta pressoché inattuata; non certo l’atteggiamento dei consultori, dalle cui relazioni emergono se non rarissimi casi “salvavita” pur essendo tenuti per legge e nemmeno il comportamento delle Istituzioni (vedasi quanto è accaduto qualche mese fa in consiglio provinciale in occasione della discussione della votazione di un disegno di legge sul tema).

Soltanto la voce continua e incessante della Chiesa ed il lavoro silenzioso e spesso ignorato dei volontari per la vita possono aver contribuito a modificare nel tempo l’atteggiamento della pubblica opinione.

Mi permetto di formulare all’assessore la proposta di un’urgente rivisitazione della struttura e del ruolo dei consultori familiari. I consultori infatti sono nati per prevenire, non per facilitare l’iter abortivo e devono tornare a far prevenzione (cui sono tenuti per legge) con risorse di personale ed economiche adeguate e con la possibilità anche di servirsi di tutte le opportunità che in tal senso la società civile è in grado di offrire.

Mi aspetto da chi ha queste responsabilità scelte coraggiose che riescano a spezzare il cerchio di assurde e superate preclusioni ideologiche.

Pino Morandini

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