VA RICONOSCIUTA LA MEDICINA NON CONVENZIONALE
Le medicine complementari ed alternative, che vanno ricondotte a quelle tecniche alternative alla medicina convenzionale, consistono nell'apportare un trattamento terapeutico diretto alla cura di una determinata patologia. Comprendono quelle concezioni e pratiche che hanno per finalità la promozione, la conservazione ed il ripristino dello stato di benessere psicofisico della persona ed utilizzano metodi ed elementi naturali, la cui efficacia è stata verificata nell'esperienza storica concreta e nei vari contesti culturali e geografici. Essa si fonda sui principi della necessaria armonia della persona con la natura e dell'autonomia delle varie discipline, che utilizzano ciascuna nel proprio ambito approcci, tecniche, strumenti, elementi e dinamiche originali e coerenti con il modello culturale di origine.
Alcune regioni tra cui Lombardia, Toscana, Emilia Romagna e Marche hanno attivato significative forme di sperimentazione, allo scopo di verificare l'utilizzo di tali pratiche nell'ambito della sanità pubblica, promuovendo una serie di interventi.
E' incontestabile che le medicine e pratiche non convenzionali costituiscano attualmente un fenomeno socialmente rilevante che interessa diverse fasce della popolazione e che ha coinvolto la classe medica.
A tutt'oggi si riscontra a livello statale l'assenza di un'adeguata disciplina della materia, rilevando, peraltro, le numerose proposte legislative finalizzate al riconoscimento, in applicazione del principio di libertà di scelta terapeutica, di determinate medicine e pratiche non convenzionali. Diverse regioni hanno legiferato nel settore delle discipline bionaturali, limitandosi a disciplinare aspetti organizzativi connessi al riconoscimento di alcune figure professionali non mediche. La rilevata lacuna legislativa è ancora più rilevante se si pensa alla forte pressione da più parti esercitata nei confronti del legislatore, alle raccomandazioni formulate in sede europea al fine di armonizzare le disposizioni vigenti nei Paesi dell'Unione; alle azioni di stimolo adottate anche ad opera di autorevoli organismi internazionali, come l'Organizzazione mondiale della sanità.
In Francia, Gran Bretagna e Austria le medicine non convenzionali da anni sono inserite ufficialmente e stabilmente nei programmi formativi universitari e riconosciute dai rispettivi sistemi sanitari nazionali.
Si profila pertanto l'opportunità di valutare un riconoscimento del valore diagnostico terapeutico delle pratiche riconducibili alla medicina non convenzionale, sia sviluppando il dibattito sull'utilizzo delle medicine non convenzionali all'interno dei percorsi terapeutici tra gli operatori sanitari, anche attraverso momenti formativi, informativi e di confronto con gli altri operatori del settore; sia avviando delle sperimentazioni atte a verificare le concrete possibilità di inserimento di alcune pratiche mediche non convenzionali nell'offerta sanitaria provinciale e nell'ambito di un processo di umanizzazione e personalizzazione degli interventi.
Opportuna sarebbe la redazione di un programma di interventi, che dovrebbe prevedere la realizzazione di progetti di assistenza sanitaria attraverso la medicina non convenzionale sul territorio provinciale, nonché lo sviluppo di linee di indirizzo su ricerca, formazione ed informazione in questo particolare ambito della medicina, tenendo presente, come campo d'indagine, le tecniche terapeutiche e riabilitative, le azioni di prevenzione, gli aspetti conoscitivi e applicativi per lo sviluppo delle medicine non convenzionali. E ciò in rapporto non di contrapposizione ma di reciproca integrazione con le cure della medicina convenzionale, individuando le eventuali e reciproche forme di integrazione con le dinamiche assistenziali.
Opportuna sarebbe, altresì, l'istituzione dell'Osservatorio provinciale per le medicine non convenzionali con l'obiettivo di promuovere lo sviluppo di progetti sperimentali, da includere nei piani di attività dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari, con particolare riferimento ad agopuntura, omeopatia e fitoterapia, individuando le eventuali forme di raccordo con le dinamiche assistenziali.
In questa direzione, il Consiglio provinciale ha approvato, il 28/03/07, su mia proposta, una mozione che impegna la Giunta:
1. ad avviare, d'intesa con gli ordini professionali dei medici chirurghi, degli odontoiatri e dei farmacisti nonché dei medici veterinari, attività di studio (sperimentazioni, ecc.) atte a verificare le concrete possibilità di inserimento di alcune pratiche non convenzionali nell'offerta sanitaria provinciale nell'ambito di un processo di umanizzazione e personalizzazione degli interventi;
2. ad istituire un tavolo di confronto presso l'assessorato alle politiche per la salute tra i soggetti interessati, a partire dagli ordini professionali dei medici chirurghi, degli odontoiatri, dei farmacisti nonché dei medici veterinari, per verificare le modalità attuative in Provincia di Trento.
E’ urgente che si dia vita a quanto previsto in detta mozione, per avviare un reale percorso di verifica circa le concrete possibilità di inserire nell’offerta sanitaria alcune pratiche non convenzionali.
Cons. Pino Morandini
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