venerdì 16 maggio 2008

in risposta a Lunelli e Viganò (sulla bocciatura del mio ddl in materia di prevenzione dell'aborto)

Trento, 1° giugno 2006

Al Direttore de “L’Adige”

Egregio Direttore,

chiamato in causa dai Colleghi Lunelli e Viganò in merito all’ormai nota bocciatura, con il voto determinante della Margherita, di un disegno di legge che avrebbe garantito immediati e concreti interventi a sostegno delle gestanti in difficoltà e dei loro figli, rispondo volentieri ed in tutta serenità pur nell’amarezza derivante dall’annullamento di quegli interventi (e dei positivi e “vitali”effetti conseguenti) che detta bocciatura ha comportato.

I suddetti Consiglieri si esimono dal rispondermi in ordine alla questione di fondo che ho loro posto fin dal dibattito consiliare, affermando che le critiche loro rivolte da altri (che comunque mi sembrano formulate con cognizione di causa) non meritano risposta.

Appare quantomeno contraddittoria (per non dire di peggio) una siffatta motivazione al fine di non rispondermi. Io invece ritengo corretto dare loro risposta.

Il provvedimento in questione, se fosse stato approvato, con gli emendamenti eventualmente necessari, non solo sarebbe stato immediatamente applicabile, ma avrebbe prodotto da subito i suoi benefici effetti: sia innescando, se la donna lo consente e nel rispetto della riservatezza, una virtuosa collaborazione tra soggetti pubblici (Consultori, servizi sociali, Ospedali) e soggetti privati (volontariato), prevista dalla legge 194/78 e caldeggiata dalla Commissione parlamentare d’indagine sulla applicazione della citata legge; sia attivando concreti aiuti per le gestanti in difficoltà nell’accoglienza del figlio; sia salvando un certo numero di bambini e ridando speranza alle loro madri, come i dati che ho fornito in proposito documentano ampiamente.

Limitarsi a liquidare la questione con l’approvazione di un ordine del giorno che, se va bene, comincerà a produrre effetti, peraltro piuttosto sfumati, a partire dalla fine del 2006, è un atto che si commenta da solo per la sua gravità. Ed intanto molti continuano a morire nel grembo materno e nel cuore delle loro madri rischia di morire la speranza…

Cons. Pino Morandini

U.D.C.

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