venerdì 16 maggio 2008

Il Parlamento Europeo e la sperimentazione sulle cellule staminali embrionali

Trento, 19 giugno 2006

Contrariamente a quello che apparirebbe dalla somma dei voti favorevoli e contrari, la maggioranza del Parlamento Europeo è di fatto contraria al finanziamento della sperimentazione distruttiva sull’embrione. Infatti, i parlamentari che volevano impedire il finanziamento della ricerca distruttiva, avevano preparato una linea avanzata e una linea più arretrata di difesa.

I fatti. Un primo emendamento (Gargani), che vietava qualsiasi finanziamento, è stato battuto per 287 contrari e 238 a favore. Anche se i 46 astenuti avessero votato a favore, sarebbe mancata la vittoria, sia pure per pochi voti. Gli umori del Parlamento facevano prevedere, in realtà, una ben più pesante sconfitta. Per questo era stato predisposto un secondo emendamento (Niebler) da votarsi in via subordinata. Esso escludeva il finanziamento della ricerca distruttiva, ma lo consentiva sulle linee cellulari di embrioni già soppressi prima del 31 dicembre 2003. Dal punto di vista etico, si può osservare che sono cose ben diverse l’uccidere dal prelevare e trapiantare organi da cadaveri di persone già eliminate ingiustamente, magari in esecuzione di una condanna a morte, sempreché, naturalmente, non vi sia alcun contributo né materiale né morale al fatto della uccisione. Si può giudicare eticamente riprovevole anche il finanziamento della sperimentazione sulle linee cellulari come indicato nell’emendamento Niebler; ma è infinitamente più grave finanziare con denaro pubblico la distruzione di embrioni. Se approvato, l’emendamento Niebler avrebbe impedito la successiva liberalizzazione pressoché totale. Purtroppo anch’esso è stato bocciato per soli 19 voti (255 a favore, 274 contro, 35 astenuti). Ma se si controllano i nomi dei votanti, si verifica che Niebler ha ottenuto il consenso di 49 deputati che non avevano votato l’emendamento Gargani, però ha perduto 34 voti di parlamentari (contrari o astenuti) che invece preferivano la linea più dura. È evidente che se i 34 avessero difeso la “linea del Piave” aderendo all’emendamento Niebler, i voti a favore di questo sarebbero diventati 289 e ci sarebbe stata la vittoria delle ragioni della vita. Non solo. Se togliamo dai 274 voti contrari, i 14 che hanno capovolto la loro posizione, il risultato sarebbe stato: a favore 289, contrari 260. Gli organi di informazione avrebbero dovuto registrare una importante vittoria del fronte della vita ed un’ indiretta sconfessione di Mussi e dei radicali. Ed invece hanno i difensori della vita, perché 34 parlamentari hanno ritenuto non morale consentire la sperimentazione su linee cellulari tratte da embrioni eliminati prima del dicembre 2003. Ma restano, ovviamente, ancora più contrari alla sperimentazione distruttiva!

Le considerazioni. La prima è quella già espressa sopra: il Parlamento europeo nella sua maggioranza non è favorevole al finanziamento della sperimentazione embrionale. Mussi dovrebbe riflettere su questi dati ed alcuni organi di informazione abbassare i toni trionfalistici. La seconda è che le posizioni estreme non pagano. Non si trattava di accettare compromessi sulla vita (questi mai), ma di fare tutto il possibile affinché la vita venisse protetta nel maggior grado possibilmente raggiungibile, come insegna l’Evangelium vitae n. 73. Analogamente è accaduto nel recente dibattito in Consiglio provinciale, dove la pervicace chiusura di alcuni Colleghi cattolici (e del loro gruppo, la Margherita, che ne ha seguito le indicazioni) ha impedito l’approvazione di un provvedimento che da subito avrebbe consentito di salvare vite umane..

Infine, non bisogna disperare. Il voto di Strasburgo mostra che lavorando anche culturalmente, informando, chiarificando,tenacemente e pazientemente, la vita può vincere. Anche in Europa.

Cons. Pino Morandini

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