venerdì 16 maggio 2008

Medici al silenziatore: Circolare di regime?

Trento, 16 giugno 2006

“Medici al silenziatore. Circolare di regime?”

Come tanti soldatini coperti e allineati. Così debbono essere i medici dipendenti dell’Azienda Sanitaria. Questo nella sostanza il tono ed il significato di una circolare del direttore generale dell’Azienda stessa, tesa a disciplinare gli interventi di direttori e dirigenti a convegni e manifestazioni. In concreto costoro dovranno di volta in volta concordare preventivamente con la direzione generale la loro partecipazione, e quindi i loro interventi, a convegni di interesse anche politico-sociale!

La disposizione si commenta da sola. Infatti rappresenta una pesante presa di posizione nei confronti di professionisti (in questo caso medici) che si vedono in tal modo limitare la libertà di parola e di azione. Come se già non debbano rispondere, proprio nella loro veste di professionisti, in scienza e coscienza ed anche sul versante legale, delle proprie azioni ed affermazioni.

L’Assessore, riconoscendo che comunque la disposizione “sa di censura”, ha peraltro difeso la circolare, affermando come essa “si renda necessaria affinché i medici si attengano alla linea politica dell’azienda per cui lavorano” (sic!).

Vien da chiedersi se siamo in un sistema democratico o in qualcosa che assomiglia più ad un regime. E’ infatti fuor di dubbio che i suddetti professionisti, allorquando intervengono, portano non solo il frutto del proprio studio, ma pure il dato, importante, della loro esperienza professionale. Ed è scontato che ciò, come ogni intervento, non può non avere un impatto “politico”. Per cui appare davvero paradossale che debbano preventivamente “concordare” con l’Azienda. La quale, unitamente all’Assessore, ha considerato “scorretta” l’interpretazione data dall’Ordine dei Medici alla suddetta circolare. A ben guardare, invece, quell’interpretazione non pare per nulla fuori luogo. In effetti i punti controversi della circolare, punti che l’Azienda tende a vedere armonicamente integrantisi, sembrano invece in contrasto tra loro. Nel mentre intervengono a convegni “in qualità di relatori”, i dirigenti medici avrebbero l’obbligo di richiedere l’autorizzazione dell’Azienda, non sono soggetti a detto obbligo nelle ipotesi in cui la loro presenza si collochi “al di fuori dell’attività strettamente istituzionale”. Le due fattispecie, lungi dal conciliarsi tra loro, appaiono in contraddizione. Infatti, quando agiscono come relatori, debbono dare al loro dire quel contenuto che è conforme ai propri saperi ed alle proprie esperienze, indipendentemente dal fatto che si situino o meno nell’ “attività strettamente istituzionale”.

Tutta la vicenda ha generato il risultato di una reprimenda senza motivo da parte dell’Assessorato e dell’Azienda e di una loro risposta eccessiva rispetto al problema.

Per non dire poi – cosa non menzionata nella circolare, ma fatta presente da tempo a vari sanitari – che, per coloro che infrangessero le relative disposizioni, si profilerebbe il procedimento disciplinare!

Si apprende, in queste ore che pace è stata stipulata in proposito. Non si può che gioirne. Peraltro, ad un’attenta lettura della circolare, si ha la netta sensazione di un fuoco che è stato spento, ma di cui ardono ancora le ceneri sottostanti. Come dire che, se non verranno definitivamente chiariti i passaggi più “caldi”, il caso o i casi rischieranno di verificarsi nuovamente.

Per questi motivi,

interrogo l’Assessore competente per conoscere:

1) quali sono le reali ragioni che hanno determinato l’emanazione di siffatta circolare;

2) in base a quali fatti (leggi interventi di medici a convegni, ecc.) essa è stata determinata;

3) se non considera quantomeno eccessiva una “risposta” di quel tipo (circolare e suoi contenuti) a problemi di tal fatta;

4) se non ritiene di ripensare il contenuto delle disposizioni contestate, considerata anche la contraddizione insita nelle parti più controverse della circolare, così come descritto in premessa;

5) se non sarebbe stato più fruttuoso, anziché ricorrere allo strumento della circolare, definire il tutto con il metodo del confronto e del dialogo, magari addivenendo consensualmente e preventivamente ad un protocollo d’intesa.

A norma di regolamento si chiede risposta scritta.

Cons. Pino Morandini

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