Trento, 21 marzo 2007
Ora che un'altra notizia negativa è trapelata sui giornali, dopo quella denunciata da Angelo del Favero, sull'uso della Ru 486 a Trento, sarebbe bene che qualcuno ci spiegasse qualcosa, che lo spiegasse soprattutto alle donne trentine. Circa un anno fa è infatti iniziata la commedia, con due attori principali: il dottor Arisi, primario al santa Chiara, impegnato contemporaneamente nel referendum contro le scuole non statali, e la sua spalla politica, il consigliere Margherita Cogo. Per il primo rimando al sito di Libertà e Persona (www.libertaepersona.org), in cui si racconta la provenienza ideologica di quest'uomo che dedica buona parte della sua vita alla "riduzione delle nascite", collegato con le associazioni di pianificazione familiare americane (che non si fanno grandi scrupoli). Quanto alla Cogo tutti ricordano il suo deciso intervento, per la verità per nulla documentato, a favore di una pillola che avrebbe reso l'aborto più facile e indolore. Oggi sappiamo, dalla testimonianza apparsa su L'Adige di domenica 18 marzo e ripresa su Avvenire di martedì 20 marzo, che le cose non stanno propriamente così.
In realtà lo si sapeva già, visti i numerosi casi di donne morte per Ru 486 in America e in altre aree del mondo. Anche una rivista laica, laicissima, come "Micromega", diretta da Flores D'Arcais, in realtà, aveva già detto parecchio. Nel numero 7 del 2005 si leggeva infatti: "Chi condusse la prima sperimentazione in Italia ha dichiarato recentemente che le donne a cui veniva offerta, in quegli anni, la possibilità di effettuare un aborto col metodo farmacologico, non lo sceglievano necessariamente, perché comunque l'aborto con la Ru 486 richiede tempi di effettuazione più lunghi rispetto all'aborto chirurgico (circa tre giorni contro pochi minuti in sala operatoria)". Tempi più lunghi, evidentemente, per i possibili effetti collaterali, o per i casi in cui la Ru 486 non funziona e si deve poi ricorrere all'intervento chirurgico. Continuava la dottoressa Kustermann, abortista, sulla rivista già citata: "Quindi vi è nell'aborto chimico una dose sufficiente di dolore e di sangue che dovrebbe tranquillizzare chi in questi giorni dichiara che potrebbe essere un metodo che incentiva all'aborto facile...Oltre tutto con l'Ru 486 c'è anche il dolore fisico, che almeno con l'aborto chirurgico non c'è…".
La commedia trentina ha forse tenuto conto di dati scientifici importanti, di ricerche mediche, dei dati allarmanti prospettati dalla Food and Drug Administration americana (la quale ha minacciato in qualche occasione di togliere il farmaco dal commercio, e lo ha comunque contrassegnato con una banda nera, come i farmaci pericolosi per la vita, dopo la morte di una ragazza di 17 anni)? Pare proprio di no. Anzi, si è ritenuto più opportuno invitare a Trento, con grande clamore, il ginecologo radicale Silvio Viale, iniziatore della sperimentazione sulla Ru 486 in Italia. Bisogna infatti ricordare che questo abortivo chimico da noi non è mai stato registrato, e deve essere per ora importato dalla Francia. Viale, accolto a Trento, lo ripeto, con la grancassa, è un medico che si batte per la Ru 486, la liberalizzazione delle droghe, l'eutanasia, la legalizzazione della prostituzione…il suo passato è quello di attivista di Lotta Continua coinvolto in un omicidio, la morte di una ragazzo bruciato vivo in un bar, arrestato per sei mesi, e scappato in Inghilterra…. Non propriamente un eroe, insomma. Viale oggi è sotto inchiesta e la sua sperimentazione è stata interrotta, per i vari guai avvenuti con la Ru 486 sotto la sua direzione: casi di donne che hanno rischiato la setticemia, donne che hanno abortito a casa, con emorragie gravi…
E' venuto il momento, allora, dopo tanta demagogia, che Arsisi e la Cogo ci dicano qualcosa di più preciso. O dobbiamo aspettare che qualche altra donna abbia il coraggio di parlare, coraggio, che, come si sa, è difficilissimo in chi ha appena subito il dramma dell'aborto?
Per questo propongo loro un pubblico dibattito per un confronto chiaro ed approfondito su temi così delicati.
Nessun commento:
Posta un commento