venerdì 16 maggio 2008

Lettera a Benedetto XVI

Trento, 20 settembre 2006

Santo Padre,

sento di esprimerLe tutta la solidarietà, umana e cristiana, mia personale e della mia famiglia, per la lettura strumentale che molti hanno fatto della Sua relazione, profonda e completa, svolta presso l’Università di Regensburg.

Voler estrapolare qualche frase dal suo contesto organico, senza comprenderne il significato globale, per schierare improvvisamente la Sua persona e quindi la Chiesa cattolica in una guerra santa contro l’Islam, rappresenta un’opera di falsificazione perfino pericolosa.

Di falsificazione, in quanto appariva evidente dalla “lectio magistralis” come il giudizio dell’imperatore bizantino Manuele II Paleologo servisse per svolgere una riflessione intorno al tema del rapporto tra violenza e religione, concludendo con un rifiuto della motivazione religiosa della violenza, da qualunque parte essa provenga. Pericolosa, perché ha contribuito ad incendiare ulteriormente il mondo islamico, già inasprito da due guerre del Golfo e dalla guerra in Libano, incapace purtroppo di distinguere tra l’ Occidente laicista ed il pensiero cattolico.

Le siamo particolarmente grati perché non si stanca di indicare la strada dell’orgoglio dell’identità cattolica, dell’essere europei ed occidentali, portatori dei valori della cultura cristiana.

Per tutto questo Le siamo ancora più vicini, anche con la preghiera, Le esprimiamo sincera solidarietà e La incoraggiamo nel Suo Magistero autorevole, nella consapevolezza che l’armonia tra fede e ragione è decisiva per il bene dell’umanità.

Con distinti ossequi.

dott. Pino Morandini

Consigliere regionale Trentino – Alto Adige

Vice Presidente Movimento per la Vita italiano



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