venerdì 16 maggio 2008

Norme Antiaborto, Illustro la mia Proposta

Sulla deliberazione della Giunta provinciale 28 dicembre 2008, n. 3100

Anzitutto mi pare un poco sconcertante il fatto che un provvedimento di questo tipo, e di contenuto così innovativo e delicato, non sia stato discusso e trattato come Dio comanda in Giunta provinciale. Almeno così sembra, stante le dichiarazioni (ma si potrebbero leggere come vere e proprie rimostranze, se non peggio, stante quel che riporta la stampa locale) che l'assessore Berasi ha rivolto alla collega Dalmaso, rea di aver portato in Giunta un provvedimento ma di non averne richiamato il contenuto innovativo. Francamente quanto a collegialità e condivisione pare che in Giunta provinciale qualche cosa difetti.

Quanto ai contenuti poi, osservo che è stato necessario che la stampa riportasse la notizia sulla mia iniziativa legislativa, per spingere l'assessore Dalmaso ad intervenire immediatamente per rendere palese una cosa che prima non lo era affatto: e cioè che la Giunta aveva deciso a fine anno un sistema di sostegno economico rivolto alle donne in gravidanza ed intenzionate ad abortire. Anche qui osservo: doveva rimanere tutto sotto silenzio, e fino a quando? e perché?

Quanto alla deliberazione della Giunta, essa è stata presentata come la strada corretta e sufficiente per venire incontro ad un'esigenza d'intervento economico per le donne che hanno deciso di abortire per ragioni economiche, e che grazie all'intervento pubblico potrebbero desistere dall'idea.

Può essere. Però non credo sia l'unica strada, e nemmeno quella più sicura, e neanche quella che può garantire maggior pubblicità, partecipazione, dibattito e condivisione su un'iniziativa che pur mi sembra degna di essere verificata e discussa ad ampio raggio. Per non parlare delle deficienze che il provvedimento mi sembra contenere (almeno ad una prima lettura): sia per la sua natura di mero atto amministrativo, sia per la lacunosità dei suoi contenuti. L'unico aspetto che potrebbe avere un certo peso in senso positivo è quello relativo alla tempestività: non volendo approvare una legge, il semplice atto amministrativo potrebbe costituire uno strumento più veloce ad assicurare l'intervento economico. Però anche questo è solo una mera possibilità, visto che alcuni aspetti del provvedimento recentemente approvato dalla Giunta mi pare abbiano comunque necessità d'essere ulteriormente chiariti e determinati. E considerato inoltre che si tratta d'una novità d'intervento che ha bisogno d'essere digerita, indirizzata e resa i operativa a livello locale.

Vero è che una deliberazione di Giunta non offre quelle garanzie e quella forza normativa che solo la legge provinciale può dare. Ad esempio sotto il profilo della cogenza: solo la legge obbliga in modo generalizzato, in grado di resistere a possibili attacchi e ad imporsi in modo sicuro a tutti.

Inoltre, sotto il crisma della legge l'intervento assume un significato ben più ampio e manifesto, in quanto frutto di un procedimento che coinvolge l'intero consiglio provinciale, e prima ancora un'istruttoria adeguata che di regola coinvolge i soggetti rappresentativi della società locale.

Lo strumento legislativo consente poi - con il supporto della Giunta - di precisare progressivamente l'iniziativa, e - se serve - anche di perfezionarla dialetticamente in tutti i suoi aspetti procedurali, e nei contenuti specifici necessari per renderla operativa.

Ad esempio, osservo che nel provvedimento della Giunta mancano alcune condizioni operative importanti: come una quantificazione dei contributi; o un minimo di procedimentalizzazione e di garanzia delle condizioni. Io non ho paura ad usare il termine 'rinuncia', perché bisogna pur dare un indirizzo preciso; non dire niente potrebbe lasciare spazio ad applicazioni distorte. Inoltre il mio disegno di legge inserisce questo genere d'intervento nell'ambito degli interventi che - previsti dalla legge 194 - sono posti a carico dell'ente pubblico e in funzione chiaramente preventiva e alternativa all'aborto. E ancora: ho previsto la possibilità di graduare l'importo dell'assegno in funzione dello stato di bisogno e del reddito familiare.

Infine ho stabilito un minimo di condizioni per l'accesso, rapportate alla residenza, al reddito familiare, all'assunzione di precisi impegni da parte delle utenti. Ed ho previsto la necessità d'approvare una disciplina attuativa, per garantire serietà e organizzazione ad un intervento che invece trovo assai carente - sotto questi profili - nel deliberato della giunta provinciale. Col pericolo, che potrebbe derivare, d'avere applicazioni diverse e difformi, in un ambito dove invece è fondamentale una risposta uniforme e precisa.

Quindi io confermo l'utilità e l'opportunità, anzi la necessità di un intervento legislativo strutturato e completo. Naturalmente la mia è una proposta di partenza: ben vengano suggerimenti e proposte finalizzate a migliorarla, magari in un contesto più ampio di interventi a sostegno della maternità e della vita nascente.

Cons. Pino Morandini

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