19 ottobre 2005
L’articolo del Consigliere Pinter “I.T.E.A., una legge da migliorare”, recentemente pubblicato dall’Adige, lascia a dir poco esterrefatti.
Appare patetico notare come, “obtorto collo”, si sforzi di razionalizzare scelte che non lo convincono. Sorge il dubbio che qualcuno “per amore di coalizione” lo abbia pregato di turarsi il naso e di elargire il suo beneplacito in ordine ad un disegno di legge che, invece, va contro ogni logica di solidarietà nei confronti delle fasce meno abbienti di cittadini. Dove il mio interlocutore abbia scoperto la rimotivazione del disegno di legge “nell’analisi del bisogno”; “nel piano straordinario per la realizzazione di nuovi alloggi usando i ricavi della patrimonializzazione dell’I.T.E.A. con l’estensione dei possibili beneficiari, riportando il canone degli inquilini ad una sostenibilità sociale”, proprio non è dato sapere. Appaiono davvero frasi senza senso, perché prive di contenuti concreti.
Infatti, dovrebbe spiegarci quali ricavi si possano ottenere patrimonializzando l’I.T.E.A..
Sarebbe come dire che tinteggiando le pareti di una fabbrica aumentano gli utili.
Anche la restante parte dell’intervento si rivela ricca di dicotomie, così come l’assurdità di destinare risorse recuperate attraverso la trasformazione dell’ I.T.E.A., quasi a voler trovare ciò che di fatto non c’è in una normativa che attende dal regolamento gli assunti che vorrebbe e non sa darsi.
Velleità come quelle di dare la casa anche a chi ha redditi superiori alle attuali soglie di ammissione è cosa inconcepibile per un’amministrazione (e chi la difende) che sa di non poter soddisfare ormai nemmeno i bisogni più macroscopici. Prova ne è lo stesso disegno di legge in questione, con il quale nei fatti si tende a disimpegnare l’apparato governativo da responsabilità dirette in materia di alloggio pubblico.
L’unico elemento concreto ed accettabile si rivela l’accenno ad una nuova politica urbanistica in materia di aree per edilizia abitativa pubblica, fra l’altro più volte sollecitata in Commissione dal sottoscritto. Infatti, solo utilizzando la leva urbanistica, l’impulso alla realizzazione di nuovi alloggi può essere credibile. Come pure credibile è il pensare di poter far fronte ai nuovi bisogni di case ricorrendo alle maggiori altezze e volumi compatti dei nuovi edifici, prospettati come soluzione equilibrata tra edificazione e verde nell’articolo dello stesso Consigliere apparso sul citato quotidiano qualche giorno dopo. Anche in esso, peraltro, riappare purtroppo la fideistica equazione per la quale…
…patrimonializzazione dell’ I.T.E.A. = risorse per un nuovo faraonico piano straordinario!!
Cons. Pino Morandini
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