PROPOSTE COSTRUTTIVE PER UNA SANITA’ Più UMANA E Più GIUSTA
1. Per una sollecita risposta alla domanda di salute del cittadino e la conseguente riduzione delle liste d’attesa.
PREMESSA
Dall’inchiesta sulla Sanità condotta dalla Commissione parlamentare di Palazzo Madama, si evince che “…mancano regole chiare e valide in tutte le regioni per salvaguardare prestazioni minime essenziali che siano eguali per tutti i cittadini. Permane il drammatico fenomeno delle liste d’attesa”.
Questa proposta intende ovviare a talune sfasature del sistema sanitario extra - ospedaliero correggendo alcune disfunzioni che di fatto garantiscono in tempi utili prestazioni sanitarie indispensabili solo ai soggetti paganti e non tutelano chi non può pagare.
Innanzitutto si fa riferimento alle situazioni di urgenze extra ospedaliere (ossia all’urgenza che non richiede ricovero). Nella realtà della nostra provincia, quando il medico di medicina generale abbia individuato una situazione di urgenza (o diagnostica o terapeutica), nell’eventualità della necessità di un consulto specialistico o di accertamenti diagnostici (diversi dagli esami ematoclinici, che sono prestati con discreta celerità) si trova di fronte ad attese che vanificano qualsiasi concetto di medicina curativa e, tantomeno, preventiva. Lo stesso specialista, poi interpellato, che richiede ulteriori accertamenti (vedi ecografia, RX, EMG; esame doppler, TAC, RMN, ecc.), vede esaudita la sua richiesta in tempi lunghi o lunghissimi. Tali da vanificare la sua stessa prestazione.
Tali indagini, inaccessibili in tempi utili tramite la via diretta (non a pagamento), vengono effettuate in tempi brevi o brevissimi se si ricorre alle prestazioni a pagamento, addirittura presso la stessa struttura pubblica dalla quale era stata data, non a pagamento, la disponibilità dopo mesi!! Questo ostacolo viene in parte aggirato dall’utente tramite i cosiddetti “viaggi della speranza”, che lo portano ad ottenere le suddette prestazioni (visite specialistiche ed accertamenti diagnostici) in forma diretta (non a pagamento) presso le strutture pubbliche o private convenzionate di province o regioni vicine (Alto Adige, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna). In tal modo però, spesso senza rendersene conto, si provoca un esborso, facilmente quantificabile, di soldi pubblici trentini a favore delle strutture sanitarie extra provinciali sovracitate.
In pratica attualmente per le cosiddette “urgenze non ospedaliere” (in passato fonti di ricoveri impropri, attualmente anche tale via di “salvezza” per il cittadino non è percorribile, perché tali ricoveri non vengono più attuati e l’istituto del day – hospital non è attuabile direttamente dal medico o dallo specialista, ma solo a discrezione dell’operatore ospedaliero che lo gestisce in maniera completamente autonoma) chi paga può avere le prestazioni in tempi utili per la diagnosi e la terapia presso le stesse strutture pubbliche che la negano in forma diretta; chi non paga attende tempi lunghi con evidente attentato alla sua salute. Vanificando qualsiasi criterio di medicina curativa e preventiva.
PROPOSTA
Le prestazioni definite urgenti ai fini diagnostici o terapeutici (con breve relazione clinica in busta chiusa da parte del medico curante o dello specialista curante) vanno eseguite nel termine dai 4 giorni ai 30 giorni in forma indiretta, con rimborso della tariffa pagata dal cittadino (rimborso non superiore alle tariffe libero professionali fissate a termini di legge per la libera professione “intra moenia” – in tutte le strutture pubbliche – e con le prestazioni eseguite presso qualsiasi sanitario o struttura pubblica, accreditata o privata del territorio).
2. Proposte sul versante della diagnostica strumentale (specie TAC e Risonanza magnetica).
Va garantito un maggior utilizzo delle relative attrezzature.
Per quanto riguarda l’assistenza diretta (non a pagamento) vanno assicurati turni appropriati, che consentano l’utilizzo dei macchinari per TAC e Risonanza magnetica almeno per 8 ore al giorno. Per le richieste a pagamento, va riservato uno spazio che copra le ore non dedicate all’assistenza diretta.
Inoltre, è necessario che la Giunta provinciale disponga un controllo che porti a quantificare le spese che deve annualmente affrontare per pagare i propri cittadini che, per sottoporsi tempestivamente a TAC o Risonanza magnetica, si recano fuori provincia in strutture accreditate limitrofe alla provincia di Trento (fra le più gettonate, vi sono il Negrar di Verona; la Casa di Cura privata “Pederzolli” di Peschiera; il Poliambulatorio specialistico “Altavilla Vicentina”; l’ospedale di Brunico; ecc.).
Molto probabilmente, effettuato quel monitoraggio e fatti i debiti conti, alla Giunta converrà attivare l’assistenza c.d. indiretta, cioè il rimborso di quanto pagato dal cittadino, naturalmente secondo le tariffe legali e previo accurato esame circa la necessità della TAC o Risonanza richiesta.
In tal modo si eviterebbero ricoveri ospedalieri impropri, cioè diretti sostanzialmente ad aggirare le liste d’attesa per gli accertamenti strumentali di cui sopra.
Cons. Pino Morandini
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