venerdì 16 maggio 2008

UN ULTERIORE COLPO ALLA REGIONE TRENTINO – ALTO ADIGE

Trento, 31 marzo 2006

UN ULTERIORE COLPO ALLA REGIONE TRENTINO – ALTO ADIGE:

Prosegue, a danno della Regione, la politica del carciofo su iniziativa dell’attuale maggioranza. Foglia dopo foglia, infatti, l’Ente regionale viene ridotto ai minimi termini: dapprima nelle competenze, poi nel personale e nell’apparato. Con il risultato di un fantomatico fantasma che si aggira nel mondo dell’autonomia trentino-altoatesina, ridotto nemmeno più a Cenerentola, ma ormai solo ad Ente pagatore delle iniziative assunte dalle due “sorellastre”: le Province autonome, dimentiche perfino che, per disposizione statutaria – e quindi di rango costituzionale – pure la Regione sarebbe “autonoma”, con tutto quel che ne deriva. E veniamo all’ultima mazzata antiregionalista.

Si apprende dagli organi di stampa della recentissima approvazione, da parte della Giunta regionale, di un disegno di legge, presentato da Dellai (attualmente pure Vicepresidente della Regione e, tra poco, addirittura Presidente), di riorganizzazione della Regione stessa e della Camera di Commercio. Riorganizzazione resasi necessaria, a parere del presentatore, “a seguito dell’ultimo, ulteriore passaggio di competenze dalla Regione alle Province autonome di Trento e Bolzano”. E per quanto la proposta di legge sia ancora nella sua fase “interlocutoria”, un cronista annota che fin d’ora si scorgono due importanti novità: le ripartizioni possibili degli uffici, un tempo da otto a nove, saranno solo quattro; ed i direttori delle ripartizioni non saranno “di pari grado”, ma risponderanno ad un Segretario generale, che rappresenterà a tutti gli effetti il vertice della piramide.

Partiamo da qui per far presente che, in tal modo, l’intero apparato regionale è diretto, quanto ai vertici, unicamente da persone del gruppo linguistico tedesco (gli altri Dirigenti sono “facenti funzioni”). Nulla di personale, naturalmente, nei confronti dei soggetti interessati, cui va tutto il nostro profondo rispetto. Ma non è accettabile che il partito di maggioranza assoluta in Alto Adige e di maggioranza relativa in Consiglio regionale (con circa il 25%) possa imporre a tal punto la propria volontà quanto alla scelta dei Vertici dell’apparato della Regione! E’ forse divenuto a tal punto organico al centro-sinistra (che governa) da aver carta bianca su detto apparato? Ed il personale del gruppo linguistico italiano? Cosa fanno gli altri alleati del centro-sinistra (Margherita, DS, ecc.), per tutelare le legittime aspettative del personale appartenente agli altri Gruppi linguistici? Nulla. E la sinistra – pure essa nel governo regionale – perché tace a fronte di una simile situazione?

Con il risultato di demotivare gran parte del personale, che vede ormai il fantasma della Regione in mano ad un solo gruppo linguistico, con i noti risultati. Quanto siamo lontani dalla funzione di “quadro regionale” che la Regione avrebbe dovuto svolgere nei confronti delle due Province, secondo l’intuizione degasperiana!

A nostro avviso, una seria riorganizzazione dell’apparato regionale va affrontata in modo organico, cercando di valorizzare proporzionalmente il personale appartenente ai vari gruppi linguistici; coinvolgendo pure il personale del Consiglio regionale; riaprendo i concorsi per la nomina a Dirigente; sancendo il principio dell’alternanza, al supremo vertice dell’apparato regionale, tra persone appartenenti ai diversi gruppi linguistici. Proponendo ai competenti Uffici regionali funzioni di studio, di approfondimento, di coordinamento dei tre Enti (Regione e due Province) su materie di comune interesse (quali, per esempio quelle relative ad Osservatori su settori delicati che richiedono un’obbiettività di valutazioni, ecc.).

Può essere, questa relativa alla revisione organizzativa dell’apparato regionale, forse una delle ultime occasioni per rilanciare con veste nuova il ruolo della Regione, diversamente destinata a precipitare sempre più in basso nel panorama dell’autonomia.

Va da sé, parimenti, come si rappresenti sempre più necessario un coinvolgimento di tutte le forze politiche presenti in Regione, per un lavoro di studio e di proposta circa la “Nuova Regione” che è urgentissimo rilanciare, per evitarne l’agonia e l’impietosa fine.

Cons. Pino Morandini

(Capogruppo regionale U.D.C.)

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